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Il manoscritto perduto, alla scoperta di Ronsard

Nella seguente riscrittura viene riportato uno scambio epistolare e un articolo immaginari a seguito di una scoperta straordinaria. Il lavoro è stato presentato da Francesco Fornaseri per il corso di Letterature comparate, Le forme del sonetto, le forme del tragico: da Petrarca a Shakespeare(Prof.ssa Chiara Lombardi)

“Nella seguente riscrittura ho cercato di fornire lo scenario verosimile dell’ipotetico ritrovamento di un manoscritto originale del poeta Pierre de Ronsard. La scoperta viene fatta in un paese della Francia in cui visse l’autore e il ritrovamento coincide con l’anniversario dei cinquecento anni dalla sua nascita.”

*

Caro Jacques,

Spero che questa lettera ti trovi in buona salute e serenità. Ti scrivo con una notizia che potrebbe suscitare il tuo interesse, considerando la tua passione per l’archeologia e la ricerca di reperti antichi che raccontano storie dimenticate. 

Mi trovavo, secondo la mia routine quotidiana, nella parrocchia della chiesa a cui sono stato ultimamente assegnato (La Madaleine, qui a Vendôme) a sistemare la vecchia cantina quando ho fatto una scoperta che potrebbe essere di interesse per te e per la tua fervida curiosità verso il passato.

Tra i vecchi scaffali polverosi e oggetti dimenticati da anni, ho trovato un reperto che sembra essere un antico manoscritto o, per meglio dire, un frammento di uno. È stato un ritrovamento inaspettato, un pezzo di storia che sembrava attendere pazientemente di essere scoperto.

Mi ha colpito particolarmente la sua natura fragile e il modo in cui le parole scritte con cura su pergamena sono sopravvissute al passare dei secoli. Non sono un esperto in materia, ma sembra trattarsi di un testo molto antico, forse risalente a diversi secoli fa.

Le righe scritte con inchiostro sbiadito sembrano raffigurare un antico canto o una poesia. È possibile che possa trattarsi di una qualche composizione religiosa, dato il contesto in cui è stato trovato, ma non posso escludere altre possibilità.

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Shall I – Opera sperimentale in tre movimenti

I movimento
 Look in thy glass and tell the face thou viewest

II movimento
V: Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni

III movimento
When Forty Winters shall besiege your brow

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La cena fatale

Dramma in tre atti
di
Giacomo Baldi; Giulia Berardi; Alessandro Castiglione;
Lucile Daubercies; Letizia Grippi; Nzumba Marta Luamba e Marie Perreau

Materia del dramma: Il giorno del compleanno di Orgone, Dorina e Lady Macbeth si incontrano per confidarsi l’una con l’altra e per deplorare Tartufo. Organizzano, ma senza realizzarlo, un piano machiavellico per eliminare il promesso di Marianna, proprio poco prima che si svolga la cena di compleanno di Orgone, a cui tutti i personaggi sono invitati. Tuttavia, alla felice occasione, Tartufo non si presenta e quando i personaggi iniziano a preoccuparsi di questa assenza, vengono a sapere, grazie a un vaticinio, che Tartufo è stato ucciso. Si scoprirà allora che ogni personaggio ha un potenziale movente e che tutti hanno una buona ragione per odiare il Tartufo, il bugiardo. Macbeth e Lady Macbeth arriveranno ad accusarsi a vicenda, nell’incapacità di comunicare e di fidarsi l’uno dell’altra. Nell’Epilogo, Tartufo stesso, impossessatosi del corpo della strega, sembrerà voler rivelare il vero colpevole, ma l’amara scoperta dei personaggi è che gli unici imputati di questo dramma sono l’umano e la sua coscienza.

*Di quest’opera, composta a più mani, Lucile Daubercies e Marie Perreau hanno scritto Atto I, Scena i; Giacomo Baldi e Giulia Berardi hanno scritto Atto II, Scena ii; Alessandro Castiglione ha scritto Atto II, Scena ii e Nzumba Marta Luamba ha scritto l’Epilogo. Tutte le canzoni sono state scritte e composte da Letizia Grippi.

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Dramatis personae

Alceste, l’invitato

Dorina, la giovane

Orgone, il festeggiato

La Strega, la medium

Macbeth, l’invitato

Tartufo, l’ospite

Lady Macbeth, la confidente

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…TUA, B.

Schettino Martina, in questa sua composizione, rielabora il concetto di colpa e peso della coscienza sotto forma diaristica, riportando i pensieri più intimi e profondi di una giovane protagonista, nell’ottica del corso di Letterature Comparate B mod. 1 Verità e coscienza. Narrativa, poesia, teatro (Prof.ssa Chiara Lombardi).

“Ho sentito un brivido lungo tutta la schiena; il modo in cui ha pronunciato quelle parole, il suo sguardo che è improvvisamente diventato vuoto… è stata solo una mia percezione?”

*

22/09/2022

Caro Diario,

Eccomi, sono arrivata nella mia nuova casa! Finalmente, non vedevo l’ora!. L’Inghilterra è spettacolare, sono così contenta di essere qui. L’appartamento non è grandissimo ma ho un’intera, spaziosissima parete per la mia libreria. La mia coinquilina, Lizzy, è molto simpatica. Mi ha fatto fare un tour della casa e mi ha già dato qualche informazione sulle varie feste che i suoi amici hanno in programma. Per ora voglio concentrarmi sulla sistemazione della mia roba e voglio prepararmi per l’inizio delle lezioni. Mancano solamente due settimane; mi sento agitata ma al tempo stesso sono emozionata. È il mio sogno da sempre! Oxford! Ancora non ci credo, che gioia! Datemi un pizzicotto o crederò ancora di essere in un sogno. Adesso vado, ne approfitto per chiamare mamma ora che Lizzy è sotto la doccia
Tua, B.

07/10/2022

Caro Diario,

sono tornata, prima settimana di lezioni. Ho smesso di scrivere per un po’… mi dispiace, so bene che la scrittura mi aiuta tanto, eppure in questi giorni sono stata così impegnata. Tra l’inizio delle lezioni e le presentazioni ai tantiamici di Lizzy (dire tanti è un eufemismo, non so come questa ragazza riesca a intrattenere tutti questi rapporti sociali, costantemente…), non ho avuto un attimo di tregua. L’appartamento è finalmente sistemato, io e Lizzy lo abbiamo reso molto carino. Anche a mamma piace molto. Ho ancora una lezione per oggi, storia inglese. Il professore è simpatico e si vede che mette molta passione in quello che fa. Abbiamo iniziato dalle origini della storia inglese, dai Britanni alla conquista dell’Impero romano. Una settimana stancante ma molto produttiva; la professoressa di English ci ha già assegnato un saggio da scrivere su Beowulf… vado a lezione.

h. 19 sono in camera, Lizzy è appena tornata con il suo fidanzato, non sembra che le cose vadano molto bene tra loro. Lei piange, penso stiano per chiudere la relazione, mi ha confidato che è da qualche tempo che le cose tra loro non vanno bene.

10/10/2022

Jordan e Lizzy non si sono lasciati. Io sono a metà del mio saggio di Beowulf e in ritardo per la mia lezione di Storia Inglese ciaoo.

11/10/2022

Caro Diario,

ho dormito male questa notte; Lizzy è tornata tardi e ha fatto molto rumore, penso avesse bevuto troppo la sera. Continuava a ripetere un nome, o meglio, continuava a biascicare un nome, storpiando tutte le lettere che lo compongono; strano…

   13/10/2022

“If you could hear at evert jolt, the blood
Come gargling from the fourth-corrupted lungs,
Obscene as cancer, bitter as the cud
Of vile, incurable sores on innocent tongues, –
My friend, you would not tell with such high zest
To children ardent for some desperate glory,
the old Lie: Dulce et decorum est
Pro patria mori.”

Wilfred Owen, uno dei war poets che preferisco in assoluto. La potenza delle parole con cui esprime il suo disprezzo verso i finti ideali sociali del tempo mi provoca sempre un’emozione indescrivibile. Spero un giorno di riuscire ad esprimermi in maniera così decisa ma allo stesso tempo elegante come Owen.

Il saggio è quasi terminato; per essere il primo vero saggio che io abbia mai scritto, sono abbastanza soddisfatta. Lizzy mi ha aiutata con alcune parti più tecniche, sto ancora perfezionando la mia scrittura saggistica. Ultimamente non sta molto bene, non capisco bene cos’abbia… sembra sempre sull’orlo di una crisi o un pianto, è spesso nervosa e molto moody. Quando provo a chiederle di parlarne ha come un sussulto e cambia velocemente umore e argomento, come se tutto il malumore che c’era non fosse mai esistito, se non nella mia testa. Questi suoi comportamenti mi confondono, non capisco perché si comporti così. Anche Jordan si fa vedere sempre meno in casa. Sarà successo qualcosa tra loro?

 15/10/2022

Finalmente è sabato! L’Università è stancante, un ambiente completamente differente da quello del liceo e gli ambienti scolastici inglesi sono così lontani da quelli italiani. All’inizio è stato veramente difficile ambientarsi, ma ho trovato delle persone fantastiche che non mi hanno fatto sentire sola un solo istante. Posso dire di essere la felicità fatta persona!

16/10/2022

Diario,

questa notte è successo qualcosa a Lizzy… è tornata nuovamente molto tardi a casa, piangeva e continuava a ripetere a qualcuno dall’altra parte del telefono che non poteva più sopportare questa situazione, era stanca e voleva solo dormire. Sono sinceramente preoccupata, ma come sempre non ha voluto parlarmene; neanche quando le ho detto che avrei provato ad aiutarla in ogni modo si è voluta liberare del peso che porta nel cuore. In effetti, ora che ci penso… inizialmente non ci ho fatto molto caso, ero stanca, appena sveglia e nel bel mezzo della notte. Ma ora, ripensandoci… mi ha risposto che a quel punto neanche Dio avrebbe potuto aiutarla. Ho un brutto presentimento, molto brutto…

21/10/2022

La situazione sta diventando sempre più strana. Lizzy è tornata quella di prima. Sorridente e spensierata com’era i primi giorni in cui ci siamo conosciute. È tutto sempre più strano. Come sono strane le persone che sta iniziando a frequentare. Si è allontanata da tutti i suoi amici e ora si è avvicinata ad un gruppo di persone… diverse. Non ho una bella sensazione.

Questa sera il professore di storia inglese non ci sarà a causa di un impegno, questo mi dà il tempo di completare un nuovo saggio a cui sto lavorando per il corso di Poesia e una relazione per il corso di Letteratura Americana. Quest’anno il professore vuole concentrarsi sulla letteratura di Hemingway. Adesso stiamo affrontando “The old man and the sea”; ho finito da poco la lettura di questo racconto spettacolare. Quanto mi affascina la scrittura di questo autore, non vedo l’ora di approfondirlo.

Sono in biblioteca, ho bisogno di prendere in prestito alcuni libri per vari corsi. Sinceramente non me la sento di tornare a casa, con Lizzy e quelle persone… mi mettono i brividi. Non capisco, è una sensazione che ho provato non appena hanno messo piede nell’appartamento…

Appunto di Lizzy ritrovato in un quaderno universitario:

Sadness.
Hopes.
Will she trust me again,
After all the things I’ve done?
-E.

09/11/2022

Diario,

sono finalmente più libera dagli impegni universitari; saggi, scritti critici, composizioni. D’altro canto però, Lizzy mi preoccupa sempre di più e occupa quasi tutti i miei pensieri. Ultimamente non torna a casa a dormire, non risponde a chiamate o messaggi e quando, dopo giorni, torna, la trovo sempre più smagrita, stanca, con profonde occhiaie scure sotto gli occhi. Anche Jordan è sempre meno presente, raramente lo incontro in casa… è successo solo poche volte e l’ho trovato profondamente cambiato. Non fisicamente, non è un cambiamento apparente. È qualcosa nella sua persona che sembra diverso, forse nel suo sguardo, nei piccoli movimenti che inconsciamente una persona compie quando si trova in un luogo dove non vorrebbe essere.

Forse sto sognando tutto, forse nulla di ciò che ho scritto sopra è reale; sarò influenzata dalla preoccupazione che provo per Lizzy…

15/11/2022

Abbiamo iniziato Shakespeare al corso di Letteratura Inglese! I’m not gonna lie, è uno dei miei autori preferiti. Sono affascinata dalle tragedie; è un mondo meraviglioso, ricco di piccoli dettagli che rendono la scrittura di Shakespeare così incredibilmente significativa. Tra pochi giorni inizieremo Macbeth. Ricordo ancora la prima volta che approcciai quest’opera. Ero nella mia vecchia camera, tra le mani il volume delle tragedie shakespeariane preso dalla biblioteca di mio nonno. Pagina dopo pagina, la fermezza e la perseveranza di Lady Macbeth hanno catturato la mia attenzione sin dall’inizio. È una donna che non si è lasciata intimorire da nulla, né sovrastare dal predominio del potere maschile che al tempo regnava sovrano nella società. Queste sono, però, le stesse caratteristiche che l’hanno portata alla rovina. Lady Macbeth non sopportava il peso del delitto che lei e il marito avevano progettato e commesso, nei confronti di un uomo buono e gentile.

Lady Macbeth si toglie la vita, consumata dalla sua stessa sete di potere.

20/11/2022

Domenica, il mio giorno preferito della settimana. Ho finalmente recuperato qualche ora di sonno perso in questi giorni di lezioni interminabili.

Ieri sera ho deciso di parlare con Lizzy; la situazione stava diventando insostenibile. Ci siamo confrontate a lungo; mi ha spiegato che tutte quelle persone sono amici di Jordan, conosciuti in un nuovo centro per artisti che aveva scoperto qualche mese prima. Mi ha anche confidato che per “entrare” in questo gruppo bisogna affrontare una cerimonia di iniziazione. Ho sentito un brivido lungo tutta la schiena; il modo in cui ha pronunciato quelle parole, il suo sguardo che è improvvisamente diventato vuoto. È stato un solo attimo, poi ha continuato a parlarmi come se nulla fosse successo. È stata solo una mia percezione??

La detective Campbell chiuse il piccolo oggetto che da ore stava sfogliando, ripetutamente, in cerca di un indizio, una traccia qualsiasi che potesse condurla a comprendere l’accaduto. Questo diario dava molti spunti di riflessione alla giovane detective; Miriam ripensò al lungo interrogatorio di Jordan Foster, il fidanzato di Elizabeth Wright. Pensieri veloci scorrevano nella mente della detective. Tra le mani aveva uno dei casi più difficili a cui avesse mai lavorato; si sentiva pronta, eppure l’agitazione penetrava ogni suo muscolo. Ogni cellula del suo corpo fremeva. Voleva chiudere il caso; le famiglie delle vittime erano distrutte, le si stringeva il cuore ripensando alle lacrime dei genitori quando aveva comunicato loro la notizia; lei però doveva concentrarsi. Lo doveva a loro; lo doveva a quelle povere ragazze.

La scena del delitto era già stata controllata più e più volte, dalla stessa Miriam e da altri poliziotti dello Scotland Yard presenti durante le indagini. Secondo le ricostruzioni, non ancora ufficiali, della vicenda, il giovane si era introdotto nell’appartamento di sera con la scusa di recuperare dei vestiti dalla camera della fidanzata. Secondo i programmi, sarebbero dovuti andare a cena fuori e poi si sarebbero trovati con degli amici di lui, probabilmente gli stessi amici descritti nel diario di Beatrice.

Jordan affermava di aver trovato le due ragazze già morte quando era entrato in casa, usando le chiavi che Elizabeth gli aveva lasciato. Il ragazzo restava comunque il principale sospettato. Chiudendo il diario, Miriam si rese conto dell’ora. Le 2:20 del mattino. Non riuscì a dormire quella notte. Le stava sfuggendo qualcosa, ne era sicura; un pezzo di quell’infinito puzzle che era la verità le mancava, solo che non sapeva come e dove cercarlo.

L’indomani si recò sul luogo delle indagini. Prima di entrare nell’appartamento fece un respiro profondo. Entrando, notò subito la scientifica alle prese con il soggiorno, dov’erano stati ritrovate le due ragazze. Sentiva ancora quella sensazione della notte precedente; la verità stava lentamente scivolando via. Miriam decise di controllare nuovamente quel posto, come se non fosse mai entrata lì prima, come se fosse la prima volta. Doveva concentrarsi su ciò che non era ovvio o scontato.

Ripensando al diario di Beatrice, decise quasi involontariamente di dirigersi verso la libreria del salotto. “Una bella collezione” pensò subito, sfiorando con le mani guantate i dorsi dei libri perfettamente ordinati. L’occhio le cadde sulla collezione dei volumi di Shakespeare; la detective ricordò che Beatrice stava studiando Shakespeare all’Università in quel periodo. Si recò verso quella sezione e notò un buco tra il “King Lear” e “Anthony and Cleopatra”. Non era mai stata appassionata di letteratura, e di certo non poteva sapere quale opera shakespeariana mancasse alla collezione. Si sfilò velocemente il guanto e cercò su Google la lista completa delle opre dell’autore inglese. Controllò i libri uno ad uno, fino ad arrivare al volume mancante; Macbeth. Nella libreria non era presente. Poteva trovarsi solo in camera di Beatrice. L’istinto di Miriam le suggeriva che valeva la pena seguire questa pista, e così fece. Andò in camera della ragazza e lo vide, impilato sulla scrivania insieme ad un sottile libricino di Hemingway e altri volumi. Senza pensare, come se fosse guidata da una forza esterna, aprì il libro. Un piccolo pezzo di carta scivolò sul pavimento, silenzioso. Inizialmente non fu notato da Miriam e rimase lì, sul pavimento. Nel frattempo la detective, sfogliando le pagine e leggendo distrattamente le varie note scritte a mano ai margini, notò che una pagina era stata segnata.

SEYTON

The queen, my lord, is dead.

MACBETH

She should have died hereafter.
There would have been a time for such a word-
Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow.
Creeps in this pretty pace from day to day
To the last syllable of recorded time;
and all our yesterdays have lighted fools
The way to dusty death. Out, out, brief candle!
Life’s but a walking shadow, a poor player
That struts and frets his hour upon the stage
And then is heard no more. It is a tale
Told by an idiot, full of sound and fury
Signifying nothing.

Una lacrima scese lungo la guancia di Miriam. Quelle parole l’avevano colpita profondamente, ma la nota a margine che accompagnava quei versi le fece gelare il sangue:

My time is coming
sooner than I thought.

Questa era la stessa scrittura del diario, la scrittura di Beatrice. La ragazza era consapevole di essere in procinto di morire? Se sì, com’era possibile? Qualcuno l’aveva minacciata? Jordan? Uno dei suoi amici? Elizabeth aveva cercato di avvertirla in qualche modo?

Chiuse il libro e si appoggiò alla scrivania; mille ipotesi, domande, pensieri fluivano correndo veloci. Miriam chiuse gli occhi. Questo complicava tutto. Aprendo gli occhi notò il foglietto fino ad ora ignorato, che era rimasto sul pavimento della camera.

Quel pezzo di carta apparteneva alla pagina del diario, la carta era la stessa. La detective era sicura di questo perché aveva maneggiato parecchio l’oggetto negli ultimi tre giorni.

Traduzione italiana della nota ritrovata nella copia del Macbeth appartenuta a Beatrice:

Questa nota è per Jordan, Michael e Susanne.
L’atto è compiuto, lei è morta.
Avete scelto una vittima per me, io ho obbedito ai vostri ordini.
Vederla lì, sul pavimento del nostro salotto, senza vita (vita che io le ho tolto!) mi ha destata dal sonno ipnotico in cui ero entrata.
La cerimonia che tanto bramavate è stata realizzata;
ma lei era mia amica.
Non posso vivere sapendo quello che ho fatto, quello che ho fatto per te, Jordan. Solo per te.
Addio,
Elizabeth.

*

Bibliografia:

William Shakespeare, Macbeth, Milano, Mondadori, 2021.

Wilfred Owen, Dulce et Decorum Est, https://www.raicultura.it/webdoc/grande-guerra/battaglia-somme/pdf/WilfredOwen.pdf

Riscoprendo me stesso: terapia attraverso la parola

Laura Margaria rielabora l’idea letteraria della coscienza, riscoprendo se stessa attraverso la terapia narrativa, nell’ottica del corso di Letterature comparate B, Verità e coscienza. Narrativa, poesia, teatro (Prof.ssa Chiara Lombardi)

“Le sentivo da tutta la vita, erano voci distanti e da piccolo pensavano tutti che avessi soltanto una grande fantasia o che semplicemente amplificassi le favole della Disney, dove Pinocchio vede il suo grillo che gli spiega cos’è giusto e cos’è sbagliato, perché alla fine tutti sentono una voce nella testa e non è altro che la propria coscienza.”

*

Le sentivo da tutta la vita, erano voci distanti e da piccolo pensavano tutti che avessi soltanto una grande fantasia o che semplicemente amplificassi le favole della Disney, dove Pinocchio vede il suo grillo che gli spiega cos’è giusto e cos’è sbagliato, perché alla fine tutti sentono una voce nella testa e non è altro che la propria coscienza. Quando provavo a spiegargli che era diverso non ascoltavano. Effettivamente sentivo una personcina nella mia mente che mi gridava cosa fare, ma la sentivo anche discutere con altri, li sentivo litigare, parlare con termini che neanche io avevo mai sentito. Sembrava di assistere ad uno di quei programmi di polemiche in televisione dove le persone si parlano addosso sputando verità e menzogne, senza neanche riconoscere le une dalle altre. Però gli adulti mi rispondevano: “Il tuo grillo parlante sta protestando molto? Hai forse fatto qualcosa di sbagliato?”. A tredici anni hanno iniziato a capire che forse avrebbero dovuto ascoltarmi un po’ più e mi portarono da uno psicologo. Da lui per la prima volta ho sentito il termine ‘Disturbo dissociativo dell’identità’. Queste parole complicate a cui ancora non associavo un significato preciso spiegavano tutto: i miei sbalzi d’umore improvvisi, le mie proteste di bambino, il fatto che molte volte i miei genitori stessi non mi riconoscessero, anche i miei vuoti di memoria diagnosticati come ‘amnesie dissociative’.

Ho dovuto affrontare l’ipnosi per arrivare a conoscere tutte le altre persone che abitavano nella mia mente, il dottore li chiamava “alter” e tra tutti ho riconosciuto le due voci che principalmente mi avevano accompagnato da tutta la vita, diversi come le due facce della stessa medaglia. Uno mi incitava a dire tutto ciò che pensavo, ad essere sincero, riteneva necessaria la coincidenza tra il cuore e le parole, non importava quanto la verità fosse dura da affrontare; l’altro invece mi incitava ai sotterfugi, alle piccole bugie una dietro l’altra che di certo non avrebbero fatto male a nessuno, si preoccupava che io avessi tutto ciò che desideravo e mi consigliava come fare per arrivare ad ottenerlo, anche se ciò significava affondare altre persone. La mia vita è sempre stata un bilancio tra queste due personalità, talvolta richiamavo gli altri per aver mentito e li ferivo anche nei sentimenti pur di non passare altro tempo con dei bugiardi; altre volte invece ero il primo a mentire, fingevo di stare male soltanto per arrivare ad un misero scopo. Certi giorni loro stessi uscivano dalla testa e iniziavano ad agire come più preferivano scombinando la mia vita e io dovevo raccogliere i pezzi di ciò che avevano distrutto senza neanche ricordare cosa il mio stesso corpo avesse combinato. Avevo tante vocine nella testa ma non ho mai sviluppato quella del mio grillo parlante o forse anche se esisteva non gridava abbastanza forte da farsi sentire e più crescevo più passavo la vita a scegliere tra uno o l’altro dei consigli senza mai sapere cosa fosse giusto o sbagliato. In balia di una vita che forse non potevo neanche definire mia.

Sono seguito da specialisti ormai da tre anni, il dottore mi ha chiesto di iniziare a scrivere queste pagine per prendere più coscienza della mia situazione, vuole che io descriva le mie esperienze per aiutarlo a comprendere meglio i miei sintomi. Inoltre, queste pagine potrebbero aiutarlo ad identificare quelli che chiamano ‘trigger’ ossia qualsiasi cosa possa riportarmi ad un evento traumatico e stimolare in me un cambio di personalità. Devo annotare tutte le situazioni stressanti che mi si pongono davanti e descrivere ogni cosa.

Dottore deve sapere che oggi è successo davvero qualcosa di strano ed è per questo motivo che mi ritrovo per la prima volta a volerla annotare. Oggi dopo le lezioni il mio compagno di classe Oscar si è avvicinato e mi ha chiesto un consiglio riguardante una poesia. Inizialmente non voleva dirmi per chi fosse stata scritta, ma ha ceduto al suo entusiasmo e mi ha rivelato il nome di Clara. Mi sono domandato se sapesse della relazione che io e lei avevamo, mi sono chiesto se fossi io a dovermi sentire di troppo in quel gesto d’amore tanto romantico. Ho accettato più per curiosità che per amicizia e appena il mio compagno ha finito di recitare quella poesia le vocine nella mia testa si sono scatenate: “Non è che uno sciocco adulatore, che neanche riesce ad esaltare la sua amata. Inoltre, come si permette di dedicare una poesia alla nostra Clara, digli che non ha speranze, che lei ha promesso a noi il suo cuore e la sua parola sincera è la nostra più grande garanzia. Dovrebbe provare a resistere alla tentazione di scrivere se questo è il risultato. Dovresti proprio dirgli di rinunciare e gettarla direttamente nel gabinetto, non è certo una poesia d’amore adatta!” urlava uno, mentre l’altro ribatteva “Non essere ingenuo, digli che è meravigliosa, ammira la sua scrittura e quando la reciterà davanti a Clara sarà lei stessa a sfigurarlo, non dovrai più temere che lei lo scelga, sarai tu la sua unica opzione. Fingi di aver sentito un capolavoro, poi andrai a consolarlo quando lei gli volterà le spalle. Lui sarà ancora tuo amico e Clara sarà solo tua. Perché dovrebbe sospettare della tua parola?“.

Sembrava una scelta banale, non fosse stata per lei che veniva inserita in quella mia decisione, qualsiasi mia scelta avrebbe influito su di lei, che per miracolo mi era rimasta accanto nonostante la mia malattia, lei che avrebbe potuto abbandonarmi come tanti altri ma ha scelto di restare. L’unica certezza in quella situazione era che, come al solito, mi ritrovavo schiacciato tra due persone senza sapere chi ascoltare. Avrei potuto dare retta al primo: dirgli la verità e così ferire i suoi sentimenti; al contrario se avessi ascoltato la seconda voce non mi sarei neanche dovuto preoccupare della risposta di Clara, si ritrovava già con troppi pretendenti e toglierne uno dalla lista mi avrebbe avvantaggiato. Hanno iniziato a discutere e in un secondo mi è sembrato di sentire qualcun altro in mezzo a quella loro discussione, sembrava la prima parola di un bambino, inaspettata e straordinaria ma allo stesso tempo leggera come un gesto abituale. Quella piccola voce aveva detto soltanto “No”. E io trascinato da quella sensazione nuova avevo ripetuto lo stesso monosillabo ad alta voce. Oscar mi guardava come se dalle mie labbra pendesse la sorte della sua vita, non capiva come mai gli stessi dicendo di no. Tuttavia, in quel momento non importava ciò che succedeva al di fuori della mia testa, ero sicuro fosse qualcosa di nuovo, che fosse qualcuno di nuovo e per un attimo ho pregato, ma non mi ha risposto. Quale dei due non avrei dovuto ascoltare?  Perché aveva smesso di parlare? Perché non aveva mai parlato prima?

Ero di nuovo in balia di quei due e ancora una volta ho ceduto alla più suadente delle due voci, al che ho risposto ad Oscar: “Mi piacciono, sono veramente dei bei versi, dovresti correre da lei e dirle tutto, vedrai come sarà felice”.

Proprio mentre iniziavo a camminare verso casa l’ho sentito di nuovo, questa volta però era più tenace, il bambino aveva imparato a parlare e non voleva smettere: “Tu vorresti che ti mentissero?“. Mi sono ritrovato a pensare alle mie azioni come se influissero davvero su di me, come se una mia scelta potesse realmente cambiare la mia storia. Se fossi stato nei panni di Oscar avrei voluto una verità dolorosa o una menzogna? Forse la risposta stava proprio in mezzo a questi due estremi. Dottore magari mi correggerà, mi dirà che sono un illuso però io ho pensato che fosse il mio grillo parlante. Aveva detto solo una frase però aveva zittito ogni altra voce e gli uomini che mi guidavano da tutta la vita non avevano più il coraggio di rispondere a quel bambino.

Scorrendo tra i vari pensieri sono arrivato a casa, la testa era pesante; tuttavia, sembrava una stanza vuota dove l’eco di quella voce nuova risuonava inesorabile e non mi lasciava riposare. Scrivo queste pagine per capire bene di che si tratta, per sperare che lei dottore legga dentro di me e capisca quel che ho in questa testa.

Ho chiesto a mio padre come potesse spiegare quella pesantezza, quel vuoto che ti ingloba ma non ti ferisce, quella paura di aver fatto la cosa sbagliata. Ma non c’è stata una vera e propria risposta, come per tutta la mia vita non è mai stato bravo a leggermi e a capirmi. Al momento della buonanotte è entrato in camera mia dicendo: “Stavo pensavo a ciò che mi hai chiesto prima, non sono in grado di spiegare sentimenti del genere io. Perché non ti affidi a Shakespeare?”. Dopodiché ha allungato verso di me un libro con la copertina rigida e sopra riportato in grassetto ed in oro “Macbeth”.