Gioele Roccia, in questa sua composizione, riscrive in un’inedita prospettiva il Winter’s Tale shakespeariano, nell’ottica del corso I drammi romanzeschi di Shakespeare II: Il racconto d’inverno e La Tempesta. Letterature comparate B, mod.1, prof.ssa Chiara Lombardi.
Il progetto di questa riscrittura parte dal lavoro della compagnia Inteattrabili basato sullo studio e sulla comprensione dei limiti. Da qui è nata l’idea di analisi introspettiva di Leonte e di quali sono i limiti che lo tormentano e le portano ad agire in quel modo.
*
Ho deciso di scrivere queste poche parole per trovare nell’animo sollievo, e forse per far si che voi leggiate questo e mi capiate… credo che solo così potrete perdonare i gesti di un folle. Perché si, i miei gesti son stati follia, ma non di quella che muove l’uomo nel suo fare quotidiano, ma di quella che annebbia inesorabilmente la ragione e porta alla sofferenza, personale e collettiva. Non so cosa generò realmente in me quell’amore diventato malsano, avevo forse paura di perdere tutto ciò che c’era attorno a me. La gelosia bruciò tutto attorno a me.
Su tutti i pensier si
pone il limite
della strana ragione detta amore.
Che poi silente si innesta in testa,
vorticano emozioni in un non dialogo
Vogliono giungere ad una decisione:
oscurar nel cuor l’angusta rabbia.
Fu così che da solo mi posi un limite, l’amore assunse strani colori verdi. La gelosia stava prendendo il suo posto. Se soli fossi stato più saggio e razionale avrei capito che le mie passioni mi stavano ingannando, ma forse non ho voluto vedere il vero. Ho lasciato che i dubbi oscurassero la mia mente e distruggessero quel dialogo interno fra le sfere emotive. In preda alla paura pensavo che il mio amore si fosse rivelato una menzogna, la paura divenne così dubbio e infine certezza. Fui accecato dal mio stesso pensiero. Nella cecità e nel dolore, per cercar sollievo, decisi di agire mosso dalla rabbia: condannai ogni cosa intorno a me. Qualsiasi cosa che fosse da lei stata contaminata, precludendomi gli affetti e soffocandoli nell’ira distruttiva.
Ma mi chiedo, cosa mi dà rabbia?!
E’ quell’invalicabile limite
che mi impedisce di prender decisione?
Strano esser bloccato da te, Amore.
Dammi tempo e concedimi il dialogo.
Placa le paranoie che ho in testa.
Non ho ancora capito cosa crei in me rabbia, se il fatto di non saper agire e prender decisioni nei confronti di una giovine creatura o se sia solo l’odio che provo per lei a generare questo malessere. Forse non ero ancora completamente corrotto dalla mala passione, con l’io cercavo ancora di dialogare; cerco di capire perché ho fatto tutto ciò ma la rabbia è comunque ancora forte. O magari sono adirato con Amore? Per il suo avermi abbandonato e condannato, ed è lei a non permettermi di decidere? In futuro avrei solo ringraziato che mi avesse fatto esitare. Forse in un ultimo disperato grido per lei volevo ritrovare il senno, che pareva esser sigillato in altri mondi. Un’ultima preghiera vana rimane inesaudito e inizia così un viaggio in un abisso senza fondo.
E ancora corrono i pensieri in testa,
il poco controllo genera rabbia.
Ora nego il possibile dialogo…
E mi par di relegarmi nel limite,
Illuso rinnego i gesti d’Amore
Torno a pensar alla sciocca decisione.
Ho ormai raggiunto il limite, non controllo più me stesso e ciò che corre nel mio animo. La gelosia che era stata padrona delle mie passioni mi lascia in un senso di vuoto. Di rabbia. Ha cancellato la mia vita. Non riesco a comprenderla e il solo pensare a questa rabbia accende in me una nera fiamma che brucia l’io e mi impedisce il dialogo. E’ un cane che si morde la coda, aizzandosi ancora di più contro sè stesso. Più cieco che mai non posso capire il disegno superiore di Amore e Provvidenza, tanto tolgono ma altrettanto regalano. L’unica cosa è inveire contro di lei per il blocco che mi ha causato; ripenso e trovo stupida la scelta di lasciare in vita una innocente creatura. Che di lei mi ricorderà sempre.
Ho ansia per una sola
decisione?
Non so più cosa mi succede in testa.
Ho perduto speranza nell’amore,
piango, solo, sono in preda alla rabbia.
Ora trovo il mio più basso limite,
ma con chi posso instaurare un dialogo?
Mi sono finalmente accorto che nel buio più profondo si può vedere in alto la luce calda e accogliente della rinascita, è quando hai perso tutto che forse nell’ultimo atto di folle lucidità capisci cosa hai perso, e quanto hai sofferto. Mi è stata data la possibilità di vedere di nuovo. Inizio a capire i miei errori, l’ansia del passato bracca la sua prede con il fiato sul collo. La mia mente viaggia sregolata ma ora è più facile comprenderla, devo solo poter tornare a parlare con qualcuno del peso che grava su di me. Ho ancora il peso di quella scelta addosso, e deve esser cancellato.
Certo con l’io reinizio
il dialogo
svelto troverò una decisione
per trovare e superare quel limite.
E così alleggerir la mia testa,
sopprimere ogni forma di rabbia
e consacrar la vita nell’Amore.
Ho, ora capito, dopo decenni che devo essere io il primo a perdonarmi, devo tornare a parlare con me comprendermi, compatirmi e trovare la strada della redenzione. Ora voglio cercare il modo per redimere il mio peccato… Bhe, forse è impossibile tornar puro. Però sono sicuro: devo impiegare la mia vita al bene e consacrarla nell’Amore delle persone, perché è solo donando amore che la propria vita ottiene gioia. Guardate il mio passato seminando dubbi ho raccolto solo sofferenza e morte, e per tutte le cose di cui mi son privato voglio donar vita a qualcosa di nuovo. Un giorno donando bene e gioia, Amore mi permetterà di tornar ad il esser suo fedele araldo.
Risorgo nella luce
dell’Amore,
a tutti elargirò il mio dialogo.
Dottrina sublime annulla la rabbia
E in voi nascerà questa decisione.
Spinta dal fuoco come scintilla in testa
Ogni azione andrà a superare il limite.
E nell’amore per me stesso ed il prossimo che si è compiuta una rinascita. Certo è nata da una sofferenza che io ho creato, e che ho cercato di risanare. Voglio gridare al mondo l’importanza del fare del bene agli altri. Come insegnava un antico eremita ridente: solo il superamento della rabbia e dolore ci potrà portare in un posto migliore, questa è da molti definita sublime dottrina… Voglio che questa dottrina instilli in voi il dubbio, quello della scoperta e dell’elevazione sicchè un nuovo fuoco alimenti il vostro animo nella mente sopito, ogni nostro gesto sarà atto a conoscere i nostri limiti per infrangerli e superarli nelle gioia finale e nella condivisione comune.
Devo dire che però senza l’intervento divino, della magia o della provvidenza tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Son stato forse l’uomo più soggetto a buona sorte, tutto ciò che perso mi è stato ridato. Solo nell’assenza dei miei affetti ho capito quanto in realtà loro erano importanti per me, ho così iniziato un lento cammino di redenzione. Questo è stato osservato e ammirato dai cieli, e le mie donne sono ora di nuovo con me. Ho un solo rimpianto, ma dedicherò la mia vita a distruggere con la parola quei dolori dell’animo che hanno portato via un angelo. Amore mi ha tolta una gioia della vita ma il ri-trovare tutti quegli affetti persi è come vederli di nuovo nascere, ogni nuova vita porta con sé novità. Altra conoscenza che mi permetterà di essere migliore per voi.
Pensa come il dialogo crei Amore
E come la rabbia ponga il limite
Per la decisione nata in testa.
Bibliografia
William Shakespeare, Winter’s Tale, Independently published, 2019