Fabio Angelo Bisceglie, in questa sua composizione, riscrive in un’inedita prospettiva i drammi shakespeariani Cimbelino e Pericle unitamente all’Odissea e alle novelle del Decamerone, nell’ottica del corso Scritture delle origini. I miti e la scienza, Letterature comparate B, mod. 1, prof.ssa Chiara Lombardi.
Trattasi di Riscrittura Proteiforme dal nome “Disseboperciambo” riproposto dai tratti del ridisegno in copertina, da lui realizzato: ecco un ibrido testuale, plasmato e ri-cucito su scampoli testuali di diversa provenienza il quale rappresenta le cuciture tra i diversi testi e generi.
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Prologo
Un Giovane stava rovistando nella posta quando all’improvviso, tra la pubblicità emerse una busta rosa, con una scrittina in rosso, che diceva: “solo-(sé) hai coraggio, saluti Nessuno”. Curioso, senza perdere tempo, mentre correva in casa, aprì la busta e al suo interno trovò un biglietto, una USB e degli auricolari. Entrato in casa, sedutosi su un sofà, lesse il biglietto che diceva: Da ascoltare sola-mente se.. UH.. E.. S’É B?
Sconcertato dalla cripticità, si lanciò sul PC ed inserì la chiavetta…sul desktop comparve una cartella con su scritto “G”, che a sua volta, cliccandoci, portava ad un file (traccia audio) intitolato “Es-senza”. Inquietato dalla situazione, prese lentamente gli auricolari dalla busta e, dopo qualche tentennamento, decise di ascoltare la traccia…chiuse gli occhi per concentrarsi: non sentiva Nessuno, il silenzio gli accecava l’udito… quando ad un certo punto, gli parve di udire delle voci, erano come lontanissime, si trattava di voci femminili, anzi no, forse maschili…non capiva, le voci erano ibridate si mescolavano ma ad un tratto gli parve di riconoscerle.
Le Es-senze[in coro].
Un non luogo, dov’é… Dove sei? Oppure, anche sette, otto. Ove la cosa cade oppure H-ade, noi siamo.. si amo! Es-senze, ed invochiamo Dea G……per…
[Il
Giovane sta ascoltando due voci, che si definiscono Essenze e che stanno
invocando una sorta di Dea dal nome G. Aprí gli occhi, cercando il volume per
alzarlo un po’, ma si accorge che il PC è spento. Toglie gli auricolari e le
voci continuano a parlare…].
Un Es-senza
Di’ le pene più tristi senza mostrare il tuo sdegno per le mosche mortali, questo è il figlio che mai ho veduto, che non ha fatto altro che giustizia, quando sono morto era ancora nel grembo. Tu che sei il padre degli orfani, dovevi salvaguardarlo dai terrestri.
L’altra Es-senza
Mi strapparono il figlio dal corpo, in acque piangendo tra i nemici. La sua fanciulla seppe intuire il suo grande valore; però concedesti che il suo cuore puro venisse colpito, ricolmato di sciocca gelosia ed anche oggetto di scherno.
Le Es-senze[in coro].
Per questo motivo noi discendiamo dal cielo, il nostro figliolo ha snudato la spada, apri la porta al duro cristallo, benigno guarda e sospendi questo sdegno in favore di una stirpe d’onore, che tu stesso però colpisti con grande potenza. Le sue miserie pietose rimuovi, dacci soccorso almeno per ripicca.
Dea G
Voi che abitate le regioni basse, non oltraggiate la nostra pazienza, osate denunciare l’onnipotente? Povere ombre in esilio, ritornate alle lande fiorite senza crucciarvi dei casi mortali. Spetta a noi prenderci cura, non a voi. Do sventure a coloro che più amo, il dono quand’è inritardo più sarà goduto. Quindi, ecco il messaggio da porgli nell’animo: La più bella e dolce giace qui, la migliore che appassì nella primavera dei suoi anni, era la figlia del re; una morte orrenda, un martirio. Per l’orgoglio venne inghiottita dalla terra mentre il cielo si scagliava furioso sui litorali, giorno dopo giorno, per allagare il terreno che aveva osato tanto. Ora andate, cessate il frastuono o perderò la pazienza.
[Il
Giovane si sveglia di soprassalto, e, sconvolto da ciò che ha sognato, si mette
subito a pregare].
Il Giovane
Ti pregherò da lontano in parole di miele, io mi inchino a te che sei di coloro che possiedono il cielo. Sii misericordioso, non darmi queste sciagure.
[Ad
un tratto, durante l’orazione, una voce di donna interviene nelle sue
preghiere: è la Dea AN].
Dea AN
Alzati! Ehi, dico a te! Su! Caro ospite lascia che io ti guidi dove si radunano le mie vergini vestali e racconta a loro i tuoi sconforti, rivela come hai perduto tua moglie e tua figlia, dai voce alle tue pene; ricorda le tue sventure in mio onore e sarai felice te lo garantisco. Svegliati, su! Narra ciò che il sogno t’a suggerito.
[Il vecchio Gower apre gli occhi, ancora gonfi dalla sbronza notturna, sbracato su una poltrona di una casa di piacere. Non ricorda nulla di ciò che accadde, forse non sa neppure lui stesso chi fosse. Ha come un sentore che deve fare qualcosa. Un gatto gli salta sulla pancia e dei grilli saltano sul bordo della finestra ed in lontananza gli sembra di vedere un infante che gioca davanti al camino].
Il Gatto
Allora, che aspetti l’invito? Non vorrai mica svignartela?
I Grilli
No No, tranquillo vedrai che farà il suo compito…
L’Infante
La dea D-an si é raccomandata, di seguirla..
[Gower a questo punto pensa di stare poco bene: un gatto, dei grilli ed un’infante che parlano, tutto questo gli sembra molto strano. Preso dall’angoscia, scappa, si getta in strada e corre a tutta forza fino al mercato di D-an, dove decide di metter qualcosa sullo stomaco].
Gower
Così dopo la colazione, mi sentirò meglio…
[Si
siede per un attimo a prendere fiato vicino alla fontana, quando ad un certo
punto, colto da un impeto come se non fosse padrone di sé stesso, ovvero
qualcosa lo muove come un burattino, con uno slancio capace solo ad giovane,
salta sul ciglio della fontana ed inizia ad invitare i passanti, che stanno nei
paraggi ad ascoltarlo].
Gower
Signore e signori.. – no, fermi! Non mi ascoltate, non credete alle mie parole – [è come parlato, cercava con forza di opporsi]. Scusatemi eccomi, oggi è una giornata un po così, comunque ascoltatemi, perché ho qualcosa d’importante da dirvi, io diro solo quello che gli autori celesti riterranno opportuno che io dica, ne più ne meno. – Stai zitto!
[La
gente incuriosita dalla stravaganza che il vecchio suscita, si ferma e guarda].
Gower
Shh! Silenzio! Allora: Oh! disse: Oh, guardando verso il ciel…
[Rimane
come ipnotizzato verso il vuoto, poi guardo la folla, attonito]
Gower
Perché io.. [con un tono femminile], sono nata cosi sciancata… mum? Oh, non m’avessero mai generata! Ho camminato come donna, come uomo per una notte intera… vorrei solo appoggiarmi qui e dormire, posso?
[Socchiudendo
gli occhi, si lascia cadere perdendo conoscenza. Nello stesso istante una donna
apre gli occhi e esce dal suo sonno].
La Donna
Ma che razza di roba stavo sognando, un uomo vecchio ed ubriacone. [Disorientata, non sa in che luogo si trova, a prima vista, sembra di essere in un specie di grotta bianca, moltoluminosa, apparentemente senza vie d’uscita] Ma dove sono? [S’accorge che affianco a lei sul suo letto c’é un altro corpo. Tirando un grido cerca di scendere dal letto ma non può, è come pietrificata]Un uomo insanguinato! [Spera di trovarsi in un brutto sogno] Sto tremando dalla paura e sono purtroppo sveglia sia dentro che fuori. Oh dio, dov’é la sua testa! [Si accorge che il corpo è caduco, e che i vestiti che indossa gli ricordano il suo amato]Ma certo, queste sono le sue mani, i suoi piedi e la sua pelle… [Impazzita di dolore singhiozzando cade su di lui, e con parole di dolore chiede spiegazioni al defunto, fino a perdere i sensi].
[Quando
si risveglia, si trova altrove, spalanca gli occhi, ma non vede altro che buio.
È come immersa negli abissi dove nessun raggio di sole può arrivare, nel regno
dei meta-pesci ed i meta-carne].
Lo Zoppo
Tiresia…
Tiresia
Si, dimmi mio caro, stavo sognando di una donna che aveva lo sposo senza testa.
[Il
timbro di Tiresia è come sentir cantar un coro all’unisono, chi gli parla è il
suo aiutante detto Lo Zoppo, il quale lo segue ovunque per via della sua
cecità; essi sono esseri proteiformi, mutano d’aspetto e di voce ad ogni passo,
nessuno sa quale volto o voce abbiano. Essi si sono fermati per un riposo
vicino ad un uomo cosparso di mele nel deserto].
Tiresia
Che cosa ha fatto quest’uomo?
Lo Zoppo
Ha ingannato e quasi portato alla morte degli innocenti..
[La
parola innocenti rimane come sospesa in volo, mentre tutto il resto diviene
silenzioso, l’uomo legato al palo riapre gli occhi, cercando di vedere da dove
provenissero le voci, ma purtroppo non scorge nessuno, al di là del ronzio dei
tafani, che pregustano la loro futura pietanza. L’uomo appeso al palo, continua
ad avere allucinazioni sonore, però questa volta è un voce di fanculla a
parlare].
La Fanciulla
Non si conveniva sepoltura men degna che d’oro a cosi fatto cuore.
[L’uomo
riapre nuovamente gli occhi cercando invano: non c’è nessuno al suo capezzale].
L’Uomo
Andate via, spiriti! [Gridando].
La Fanciulla
Ah dolcissimo albergo di tutti i miei piacerei, maledetta sia la crudeltà che colui che con gli occhi della fronte or mi ti fa vedere!
[L’uomo
ormai non patisce più alcun dolore, ascolta le parole, che per ragioni
sconosciute, qualcosa gli sussurrano all’orecchio. Dopo qualche istante egli muore,
e la fanciulla continua a parlare].
La Fanciulla
O molto amato cuore, ogni mio ufficio verso di te è fornito.
[Nel
frattempo in un altro luogo, un signore spagnolo, stanco per la dura giornata,
riposa, appoggiato ad un albero nei pressi di un mercato].
La Fanciulla
Né più altro mi resta a fare se non di venire con la mia anima a fare alla tua comp…
[Un
boato interrompe il sonno dello spagnolo, infrangendo così il sogno in cui la
voce della fanciulla sta parlando. Si guarda intorno preoccupato, per carpire
che cosa succede e vede che un vecchio che di solito cantava storie, era caduto
nella fontana, aiutato a rialzarsi si mise nuovamente a cantare].
Il Vecchietto
Venghino signori verghino questa notte al Gowhere Dream, un appuntamento da non perdere, con la nostra vergine speciale…fidatevi del vecchio Gower.
[Il signor spagnolo cerca di riprendere il sogno da dove l’ha lasciato, purtroppo senza riuscirci, allora decide di alzarsi e di andare a sentire le parole di quel folle, che nonostante la caduta continua a sbraitare senza alcun riserbo…].
Bibliografia
Omero, Odissea, a cura di R. Calzecchi Onesti, Torino, Einaudi; i libri o i passi indicati: V; IX; X; XI 333-384.
G. Boccaccio, Decameron, a cura di V. Branca, Torino, Einaudi: Proemio, Introduzione gen.; II, 9; Introduzione alla IV giornata; IV, 1.
W. Shakespeare, Pericle, principe di Tiro, in Willliam Shakespeare. Tutte le opere, vol. 4, a cura di F. Marenco, Milano, Bompiani
W. Shakespeare, Cimbelino, in Willliam Shakespeare. Tutte le opere, vol. 4, a cura di F. Marenco, Milano, Bompiani
Letterature comparate, a cura di F. de Cristofaro, Roma, Carocci; Cap. III – V