Tutti gli articoli di Valentina Monateri

Cecità

Una recensione di Anna Lanfranconi dello spettacolo “Cecità” debuttato al Teatro Astra di Torino, il 24 novembre 2023

Quanta importanza diamo alla nostra vista?

Quanta importanza diamo alla nostra vista? Vedere è naturale come respirare, ma cosa accadrebbe se un giorno diventassimo tutti ciechi? Questo si chiede lo scrittore e premio Nobel per la Letteratura José Saramago nel suo libro Cecità. In un mondo colpito da un’improvvisa e inspiegabile epidemia che fa perdere la vista, la società crolla e l’uomo deve reimparare a vivere e a relazionarsi con gli altri.

Virginio Siene trae liberamente ispirazione da questo libro nel suo omonimo spettacolo Cecità, debuttato al Teatro Astra di Torino il 24 novembre 2023. Lo spettacolo non vuole soltanto rappresentarne la storia, ma dare una sua lettura di un mondo improvvisamente cieco, secondo il concetto per cui “non si vede solo con gli occhi”.

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Bando di dottorato XL (UniTO)

Vi informiamo che è online il nuovo bando del dottorato in Lettere di Unito. Tutte le informazioni sono disponibili al link Bando XL ciclo – Scuola di Dottorato – Università degli Studi di Torino (unito.it)

Per altre sedi universitarie italiane e per consultare anche i bandi dei cicli trascorsi, si rimanda sempre al sito del MIUR, al seguente link: Bandi per dottorati (miur.it)

«Mal si tra’ per cerbottana torta»

Deformazione del corpo e formazione del pensiero nella rappresentazione del lavoro pesante, a partire da un sonetto di Michelangelo

di Francesco Scibetta

I’ ho già fatto un gozzo in questo stento,
coma fa l’acqua a’ gatti in Lombardia
o ver d’altro paese che si sia,
c’a forza ’l ventre appicca sotto ’l mento.

  La barba al cielo, e la memoria sento
in sullo scrigno, e ’l petto fo d’arpia,
e ’l pennel sopra ’l viso tuttavia
mel fa, gocciando, un ricco pavimento.

  E’ lombi entrati mi son nella peccia,
e fo del cul per contrapeso groppa,
e’ passi senza gli occhi muovo invano.

  Dinanzi mi s’allunga la corteccia,
e per piegarsi adietro si ragroppa,
e tendomi com’arco sorïano.

            Però fallace e strano
surge il iudizio che la mente porta,
ché mal si tra’ per cerbottana torta.

            La mia pittura morta
difendi orma’, Giovanni, e ’l mio onore,
non sendo in loco bon, né io pittore.

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«Distruggersi / perché è il solo modo di sopravvivere»

Negazione del mito e suo rinnovamento in due riscritture postmoderne dell’Amleto di Shakespeare

di Francesco Scibetta

Noi siamo immagini non bene realizzate.
Crediamo soltanto nei fenomeni soprannaturali,
cioè nel teatro, che è un’esistenza più vera
della vita quotidiana. Al presente crediamo tanto poco
da viverlo anni e anni in una continua impazienza

E. Flaiano, Lettera a un drammaturgo, in La compagnia delle Indie

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La mia tempesta interiore

Giulia Berto, in questa sua composizione, attraverso i ricordi, i pensieri ed i sentimenti del protagonista, entra e scava nelle profondità di una storia d’amore che viene interrotta da una morte inaspettata, nell’ottica del corso di Letterature comparate B, Le forme del sonetto, le forme del tragico: da Petrarca a Shakespeare (Prof.ssa Chiara Lombardi).

In questa riscrittura sono stati trattati alcuni dei temi che caratterizzano Petrarca e Shakespeare, le emozioni che coinvolgono il protagonista sono in parte le stesse provate da Petrarca, sia l’innamoramento che il dissidio interiore. Per quanto riguarda Shakespeare, il protagonista per via dei suoi comportamenti, si riconosce, sul finale, in uno dei personaggi dell’Amleto.

*

Sono stanco, le gambe mi tremano e la testa pulsa sempre di più come se qualcuno mi stesse comprimendo le tempie, come se qualcuno stesse piantando un chiodo dopo l’altro per fissare migliaia di quadri nella mia testa. Ma a cosa servono i quadri? Inutili accessori costosi per arredare delle inutili pareti. E poi? Cosa succede quando sei stufo e li vuoi togliere o spostare? Ti lasciano un segno, una bella macchia geometrica sul muro, chi non l’ha mai desiderata? Ecco, forse avrò molte macchie da oggi in poi sulle mie pareti, nulla che della vernice non possa rimuovere…quelle che invece ha lasciato dentro di me, non hanno bisogno di vernice. Cosa posso fare per cancellare queste tracce? Non lo so, temo che dovrò occuparmi prima di quelle in casa e poi mi occuperò di me.

Sento gli occhi pizzicare, sarà la luce che filtra dai vetri colorati della chiesa, così forte che mi sta scivolando una lacrima calda sulla guancia. Questa mattina sarei dovuto rimanere nel letto, dormire fino a mezzogiorno, saltare la colazione e…

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