Una fantasia shakespeariana
di
Amelio, Alessandro; Anzelini, Simone; Bertolino, Valeria; Bova, Beatrice; Bruzzese, Sara; Camosso, Cinzia; Canale, Emanuela; Cetrangolo, Anna; Cosentino, Riccardo; Costarelli, Gianluca; Cozzolino, Valentina; D’Agostino, Martina; Dalmoro, Maria Sole; Filippetti, Irene; Giraudo, Giovanni; Longo, Flavia; Penalba, Célia; Petrelli, Alberto; Portis, Monica; Raimondi, Roberto; Rizzolo, Francesca; Rossi, Lucia; Ruci, Elisabeta; Sbicego Salzotti, Nora; Settesoldi, Erica Morgana; Todisco, Sofia
(2024)
Materia del dramma: “True, I talk of dreams” è una fantasia shakespeariana in abiti moderni.
Una giovane coppia di sceneggiatori inglesi si trova in Italia, tra Padova e Verona, per scrivere un nuovo film. Mentre Wife sogna di perdersi per le stradine medievali, Husband cerca l’ispirazione rifugiandosi nella sua fantasia: il risultato è un battibecco continuo. Dalle loro fervide immaginazioni prendono vita due vicende tra loro molto simili, ma con sostanziali differenze, attraversate dai personaggi e dai versi shakespeariani.
Husband immagina un burbero regista, Guglielmo Scuotipera, impegnato nella realizzazione del dramma conclusivo della sua gloriosa carriera di regie d’avanguardia. Nel corso di questa impresa, Scuotipera è accompagnato da Kate, sua moglie e fiore all’occhiello dei suoi drammi. Kate è un’attrice sul viale del tramonto che sfugge al carattere terribile del marito rifugiandosi in una relazione clandestina con Petruccio, il primo attore.
Anche se tutti gli elementi della commedia sono al loro posto, una triste tragedia attende gli spettatori. Gelosie, rimorsi, vendette sono all’ordine del giorno in questa compagnia d’attori impegnata a mettere in scena la più epica storia d’amore mai scritta.
Wife ha, invece, una visione differente. Ascoltando la storia di Husband, la giovane autrice realizza che l’infelicità di Romeo e Giulietta non si consuma tanto sulla scena, quanto nei cuori e nelle menti dei personaggi. In questa seconda fantasia, l’imposizione sociale che confina i generi nei ruoli imposti dall’ordine costituito si riflette nel dissidio dell’interprete che deve recitare una parte. Nel film di Wife, una sola è la vittima delle circostanze: ciò che è intimo, interiore e profondo diventa talmente nemico del personaggio da spingerlo al terribile gesto.
Ancora una volta, il teatro è uno spazio della scoperta delle identità e apre le porte a quel mondo insondabile che sta tra l’essere e il non essere.
Dramatis personae
Cornice
Husband
Wife
Dramatis personae
La Sfortunata Storia di Guglielmo Scuotipera e della sua Kate
Guglielmo Scuotipera, il regista
Petruccio, attore interprete di Romeo
Kate, attrice interprete di Giulietta
Due conduttori televisivi
Nello Scandalo, inviato speciale
Quattro attori, interpreti di Benvolio, Paride e Mercuzio e La Nutrice
Francesco Pretis, attore interprete di Frate Lorenzo
Due spettatori/soccorritori
Un attore che interpreta la guardia
Dramatis personae
A Star-crossed Play
Un regista
Nik, attor* che interpreta Romeo
Leo, attore interprete di Mercuzio
Giulietta, attore interprete di Giulietta
Due spettatori
Un attore, interprete di Madonna Capuleti
Un attore, interprete di Paride
Un attore, interprete di Tebaldo
Un attore, interprete del Principe
Parte I
The Story Begins
(di Raimondi Roberto e Gianluca Costarelli; tradotto da Elisabeta Ruci)
[Husband and Wife on a trip in Italy]
HUSBAND
We should come up with a few ideas. Write them down as well, before going back home, shouldn’t we?
WIFE
Of course we’re here to work on our movie, but can’t we enjoy this fair Verona a little more before rolling our sleeves up?
Shakespeare’s echo is better heard from the roads and buildings of the city rather than from a tiny hotel room. Don’t you agree my dear?
HUSBAND
This tiny room is all we need and happens to be right in front of young Juliet’s house.
If Shakespeare managed to make a whole play from far London, what’s stopping us from producing something right from the heart of Verona?
WIFE
Maybe you’re right, but do you really want to spend every second of our vacation, a quite expensive one i would say, locked up here?
The plan was to go around Italy and look with our own eyes the places Shakespeare took inspiration from.
HUSBAND
We’re definitely going to do so, my dear, but do keep in mind that this is no vacation, we’re here for a reason. Another reason why I specified on only bringing the essentials for the trip, but of course that’s not your case here, from what I see.
WIFE
So…
HUSBAND
So concentration, that’s what I need!
Let’s put on some effort, and maybe later on we might visit the city, if that’s what you really want.
WIFE
Oh, okay, I get it. This holiday’s going to be boring to death.
HUSBAND
To death, you said? Eureka! Yes, my love, that’s perfect! So it will be death.
WIFE
Wait a second. What do you mean? I’m not quite following, have you finally lost it?
HUSBAND
What? Not killing you silly, but one of our characters. A she to be more precise.
WIFE
And when do you plan on doing so?
HUSBAND
Right away! That’s exactly how we’re going to start our movie, and the rest? Well, it practically writes itself!
WIFE
Oh that’s great! So we’re basically done
HUSBAND
Absolutely not my love, quite the opposite, we just started.
Get me a pen before losing the idea!
The scene opens up to a mysterious crime and then…
[the story begins…]
Prologo n. 1
(di Valeria Bertolino)
Sul palcoscenico
[Gli attori stanno rappresentando il dramma “Romeo and Juliet”, sono tutti in scena o dietro le quinte]
GUARDIA
Romeo!
(guarda il sangue e le armi)
Alack, alack what blood is this which stains
the stony entrance of this sepulchre?
What mean these masterless and gory swords
to lie discolour’d by this place of peace?
Romeo! O,pale! Who else? What, Paris too?
And steep’d in blood? Ah, what an unkind hour
is guilty of this lamentable chance!
The lady stirs.
Giulietta non si muove
(più forte) The lady stirs.
La guardia prova a toccare Giulietta
(cercando di mantenere il tono teatrale, scandisce le parole) The. Lady. Stirs.
Nessun movimento da parte di Giulietta
( con tono innervosito) Kate, devi muoverti, Kate, dai, svegliati, Kate!
Inizia a scuotere la donna
Kate, Kate! Rispondi, per favore! Kate!
Entrano alcuni attori da dietro le quinte.
Grande agitazione generale.
Provano a svegliare Kate scuotendola, chiamandola.
PETRUCCIO (nella parte di Romeo)
Aiuto! Aiuto!
Qualcuno la svegli!
Non risponde!
Qualcuno sa cosa fare?
Cammina agitato sul palco.
Guarda Kate.
Guarda i suoi colleghi.
Guarda tra il pubblico.
C’é qualcuno tra il pubblico che ci puó aiutare?
Vi prego, non era programmato.
La ragazza non risponde.
Qualcuno ci aiuti!
SPETTATORE 1
Si alza dalla platea e corre verso il palco.
Allontanatevi tutti! Lasciate spazio, ha bisogno di respirare.
Sono un medico, posso aiutarvi io.
Allontana la gente dal palco.
Prende il polso di Kate, prova a sentirle il battito.
Non c’é polso.
Si avvicina alla bocca di Kate.
Non respira nemmeno.
Chiamate un’ambulanza. Subito!
Dite di venire il più velocemente possibile, non penso ci siano molte possibilità di salvarla.
Bisogna fare in fretta.
Arrivano i soccorsi.
SOCCORRITORE 1
Ci dispiace, ma non abbiamo potuto fare molto.
La donna é morta.
Siamo veramente dispiaciuti, ma per prassi dobbiamo portarla in ospedale per sottoporla all’autopsia.
SCUOTIPERA
In lacrime.
(tono di voce esageratamente alto) Non é possibile, mia moglie non puó essere morta. Non é vero. Chi potrebbe mai averle fatto un torto simile?
Dovete assolutamente trovare il colpevole!
Come faró senza di lei. Lei era la luce dei miei giorni, la luna delle mie notti. Lei, la prima persona che ammiravo svegliandomi e colei che continuavo a sognare anche quando il buio della notte mi oscurava la vista. Lei che mi sosteneva e che era sempre al mio fianco. Lei. La mia amata. La mia amica. La mia famiglia. La mia donna.
Lei.
Chi potrebbe mai aver osato portarmela via in questo modo? Quale creatura ostile potrebbe compiere un gesto tanto crudele?
SOCCORRITORE 1
Signore, si calmi, comprendiamo il suo dolore, é orribile ció che é capitato oggi, ma noi dobbiamo seguire la procedura e portare via il corpo.
SCUOTIPERA
Ecco, per voi é solo un corpo, nulla di più, invece no. Lei é la mia amata, non potete separarci così. La mia povera Kate.
Scuotipera esce, sconvolto.
Gli altri attori piangono, anche loro afflitti per la situazione.
Prologo n. 2
(di Riccardo Cosentino e Alberto Petrelli)
Studio televisivo di un telegiornale
[Due conduttori si sistemano dietro una scrivania]
[Parte la sigla del telegiornale]
CONDUTTORE 1
(con tono formale, simulando di guardare in camera) Buonasera e ben ritrovati. È tragedia nella tragedia, è proprio il caso di dirlo, ciò che è accaduto oggi al Gran Teatro Globo, dove durante la prima dell’ultimo adattamento shakespeariano, ad opera del compagno e drammaturgo Guglielmo Scuotipera, si è spenta, in circostanze misteriose, la celebre attrice Catherine “Kate” Desmondi Scuotipera.
CONDUTTORE 2
La stella del teatro, nota per la travolgente ma tormentata personalità e per aver impreziosito col suo talento eclettico opere come “La Commedia degli Orrori” e “Molto Rancore per Nulla” si è tristemente spenta nel pieno svolgimento della scena madre del Romeo e Giulietta, a sancire, non senza una certa triste ironia, il suo stretto e profondo legame col palcoscenico.
CONDUTTORE 1
Non è noto al momento se la scomparsa sia dovuta a cause naturali o vi siano degli elementi sospetti che dovranno essere passati al vaglio dagli inquirenti: sulla vicenda vige per ora il massimo riserbo.
CONDUTTORE 2
Sul luogo si è radunato in breve tempo un nutrito numero di estimatori e semplici appassionati, che hanno voluto renderle quest’ultimo omaggio lasciando fiori e biglietti di cordoglio fuori dal teatro.
Ma colleghiamoci ora in diretta col nostro inviato, Nello Scandalo, che ci chiede la linea proprio dal Gran Teatro Globo, dove dovrebbe uscire a momenti il compagno e regista Scuotipera.
[Entra l’inviato e la scena si sposta su teatro. Esce Scuotipera, “tonnara” dei giornalisti]
NELLO SCANDALO
Sì buonasera, come dicevi ci troviamo proprio davanti alle porte del teatro, ed ecco che sta uscendo Guglielmo Scuotipera. (Inviato cerca di allungare il microfono verso Scuotipera, vocio di domande dei giornalisti) Come si sente dopo l’accaduto? Se la sente di rilasciare qualche dichiarazione?
SCUOTIPERA
(facendosi strada tra la folla di giornalisti) Sarebbe superfluo e oltremodo inadeguato fare qualsiasi tipo di dichiarazione in merito ai fatti. Perdiamo oggi una grandissima artista di straordinario talento, non solo per quel che riguarda il teatro. Non ci resta che raccogliere l’eredità artistica che ci ha lasciato e farne tesoro per portare a termine questa nostra ultima opera.
[Scuotipera si fa strada e sale in macchina]
NELLO SCANDALO
Ecco, come avete sentito, queste le parole del noto regista. In attesa delle dichiarazioni degli inquirenti, restituiamo la linea a voi studio.
[La scena ritorna nello studio del telegiornale]
CONDUTTORE 1
Ringraziamo Nello Scandalo, che ci ha riportato le ultime dal Teatro Globo.
Ora una breve pausa pubblicitaria, torniamo fra poco per gli ultimi aggiornamenti.
[Fuori onda, durante la pubblicità, commenti dei conduttori]
CONDUTTORE 1
(verso il conduttore 1, con tono informale) Oh ma quindi secondo te…?
CONDUTTORE 2
Cosa?
CONDUTTORE 1
No, dicevo, non è che alla fine ha fatto un dispetto di troppo a qualcuno?
CONDUTTORE 2
(verso il conduttore 2) Beh, di casini non ne ha combinati pochi. Non è che fosse proprio una santa donna.
CONDUTTORE 1
(con spiccata ironia) Effettivamente fra tutti e due un bell’Oscar per la simpatia. A lui non gli facevano più scrivere nemmeno la recita di natale, mentre se lavoravi con lei finivi dallo psicologo.
CONDUTTORE 2
Ma lei tra l’altro non l’avevano beccata con quell’attore lì…
CONDUTTORE 1
Ma non ti ricordi che scena ai David qualche anno fa?
CONDUTTORE 2
Al Mocambo! Ti pare? Ero l’inviato! A momenti si prendevano per i capelli con Gennara Lorenzi e le ha dovute dividere Vincenzo Gasolio.
CONDUTTORE 1
Con l’altra che le gridava (in falsetto femminile) “Mio marito lo devi lasciare stareee!”
CONDUTTORE 2
Tra l’altro lei aveva fatto causa a Meta per far rimuovere i video. (ironico) Non le deve essere costato niente…
CONDUTTORE 1
Beh comunque di certo non mancava chi le portasse del rancore o chi le augurasse una messa da sdraiata (ridacchiano).
VOCE FUORI CAMPO
Di nuovo in onda tra 5, 4 (si ricompongono), 3, 2…
Atto I
Scena I
(di Martina D’Agostino)
All’interno del teatro
[In scena, nel luogo della convocazione, ci sono solo i due amanti]
PETRUCCIO
(con tono annoiato) Muoio dalla voglia di sapere che cosa si sarà inventato sta volta quel pazzo di tuo marito
KATE
Non aspettarti un suggerimento da me. Sai bene che il mio compito è solo finanziare le sue folli trovate
PETRUCCIO
(con rabbia) Dio Kate! Quando la smetterai di prostrarti per quest’uomo? Voglio dire..sei…sei un’attrice di successo, una scenografa brillante e vuoi dirmi che ancora ti limiti a lavorare per un regista fallito che ha solo cercato di dare scandalo nella sua misera carriera per ottenere un po’ di visibilità?
KATE
(con tono adirato) Ora smettila di urlare! Gli altri potrebbero arrivare da un momento all’altro.
breve pausa
PETRUCCIO
(tono basso e sconsolato) Kate la verità è che io spero che ci sentano; spero che tutto il mondo ci senta, così da poter rivelare una volta per tutte il nostro amore.
KATE
Sai bene l’amore che provo per te, ma nell’ultimo periodo mio marito è sempre più nervoso, più pressante…Ho paura che potrebbe dare di matto se venisse a conoscenza della nostra relazione. Non è ancora il momento; aspetta la fine di questo ultimo spettacolo e vedremo il da farsi.
PETRUCCIO
(con tono esasperato) Sono stufo di aspettare! La verità è che a tuo marito non è mai importato niente di te! Ti ha solo sfruttato per il suo profitto e ora ha paura di perdere la sua “macchina da soldi”. Lo capisci?
KATE
(con rabbia) Non stiamo parlando di questo ora! Sai bene che non è tra i miei piani restare con quell’uomo. Ti sto chiedendo solo un po’di pazienza e di rimandare questa conversazione alla fine di questo spettacolo. Pensi di poterci riuscire??
PETRUCCIO
(con rabbia) No Kate, penso proprio di non poterci riuscire! Sono stanco di dovermi nascondere e di dover vivere nell’ombra di quel megalomane scriteriato.
KATE
Quel megalomane però ora ci sta dando un lavoro. Non possiamo permetterci mosse affrettate, o rischieremo il fallimento.
PETRUCCIO
(con rabbia) Il tuo procrastinare inizia a darmi i nervi Kate! Dove sono finiti tutti i nostri sogni e i nostri progetti?
KATE
(prende la mano di Petruccio e la appoggia sul cuore) Sono qua! Ma per realizzarli serve anche questo ( indica la testa con la mano di Petruccio).
pausa
PETRUCCIO
(con tono più calmo) Purtroppo sono talmente accecato dai miei sentimenti per te che a volte non riesco a vedere chiaramente la realtà.
KATE
Non preoccuparti amore … sii paziente e vedrai che riusciremo a lasciare in mutande quel regista da 4 soldi e formeremo la nostra compagnia
PETRUCCIO
Dobbiamo iniziare ORA a pensare a come formare la nostra compagnia accaparrandoci pubblico e attori.
KATE
Non credo che sarà difficile … sai bene che le sue idee di teatro stravaganti spesso non sono condivise dagli attori che ingaggia e tantomeno dal pubblico.
PETRUCCIO
A proposito, dove sono gli altri?
KATE
Staranno arrivando. Chiudiamo qui la conversazione.
PETRUCCIO
(con un’ironia amareggiata) Giusto … non vorrei mai che riferissero qualcosa al maritino.
KATE
(con tono spazientito) Sta zitto! Ti ho già spiegato il motivo per cui è meglio aspettare prima di venire allo scoperto.
PETRUCCIO
Si va bene, io starò zitto ora ma…
KATE
(a bassa voce) Sh! Ti ho detto di stare zitto! Non senti che sta entrando qualcuno?
PETRUCCIO
(si avvicina all’orecchio di Kate mentre entrambi guardano nella stessa direzione e parla a bassa voce) Ok Kate. Io cercherò di essere paziente e starò al mio posto, ma se finita questa ennesima pagliacciata di tuo marito non lo lascerai, giuro che ti ammazzo.
(entrano gli altri attori convocati)
Atto I
Scena II
(di Giovanni Giraudo e Simone Anzelini)
A teatro
[Scuotipera convoca gli attori a teatro]
(Gli attori della compagnia sono a teatro e regna un’atmosfera di tensione palpabile. Alcuni guardano in giro, altri fissano il vuoto. Si sente un leggero rumore di passi in avvicinamento, ritmico, quasi solenne. Entra Guglielmo Scuotipera, il regista. Il suo passo è lento. Gli attori smettono di parlare e lo osservano con attenzione, alcuni con una certa ansia)
SCUOTIPERA
(Guardando ognuno di loro, senza fretta)
Ci rivediamo, finalmente. Siete stati i primi, i primi che ho scelto, i primi a cui ho insegnato a vivere sul palco, oltre che a recitare. I primi a condividere con me quella folle idea che il teatro non fosse solo rappresentazione, ma vita vera.
Perché ora vi starete chiedendo? Come se il tempo avesse importanza. Il tempo è solo una scusa per chi ha paura di guardare in faccia la realtà. E la realtà è che vi ho osservato, anche da lontano.
(Sorride misteriosamente)
Vivere sul palco ha un prezzo, e voi non eravate pronti a pagarlo. Ho visto le vostre carriere andare avanti. O fermarsi. Qualcuno ha abbandonato, qualcuno si è perso nella mediocrità. Altri hanno continuato, forse con successo ma a quale prezzo? Più che attori sembrate dei burattini… La verità, miei cari, è che il teatro sta morendo. È diventato uno spettacolo per il pubblico distratto. Ma noi… noi possiamo cambiarlo. Noi possiamo riportarlo alla sua essenza, al sacrificio. Vedete, molti di voi hanno perso il fuoco che avevano agli inizi. Ricordate quando eravate giovani, quando il teatro era tutto per voi? Quando non ci importava della critica o se il pubblico non capiva. Volevamo creare qualcosa di mai visto. E ora avete dimenticato cosa significhi lottare per un’idea, per questo vi ho chiamati. Non per nostalgia, non per vecchie glorie. Vi ho chiamati perché sento che, in fondo, quella scintilla è ancora lì, sepolta sotto anni di mercificazione dell’arte.
PETRUCCIO
Sono passati tanti anni, siamo cambiati ed è cambiato il teatro, cosa vuoi davvero da noi?
GUGLIELMO
cosa voglio da voi? Non ti basta sapere che sarà qualcosa di unico? Che ci spingeremo oltre ogni confine, oltre ciò che è accettabile? Ma capisco la tua preoccupazione, ma in altre occasioni hai dimostrato di non farti tutti questi scrupoli.
(Sguardo gelido tra Kate e Petruccio)
Comunque chi non se la sente è libero di andare, non trattengo nessuno…
[Scuotipera esce]
Atto I
Scena III
(di Gianluca Costarelli)
All’interno del teatro
[Gli attori rimangono in scena con Scuotipera]
SCUOTIPERA
Allora, sono chiari a tutti i ruoli che andranno in scena?
Se qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora o taccia per sempre!
ATTORE III
Quan..
SCUOTIPERA
(con tono deciso e guardando verso l’alto) Perfetto! E’ proprio quello che desideravo ed immaginavo.
D’altronde è risaputa la chiarezza del formidabile Scuotipera, il grande virtuosismo dei copioni dei suoi drammi e la forte capacità performativa dei suoi spettacoli.
Bene, bene…cosa stavo dicendo?
Ah si! E’ importante, quindi, provare molto prima della messa in scena. Il tempo stringe e il giorno che coronerà il mio percorso artistico è vicino.
Oh, sarò sulle testate di ogni giornale del Paese, tutti si ricorderanno di me.
Dopodiché le guardie mi mettano pure in cella, non mi importerà più di nulla. La gloria artistica mi sigillerà nell’Olimpo dei drammaturghi di tutti i tempi!
[pausa di auto celebrazione]
Ora non ho più tempo da perdere, il lavoro mi chiama.
Quante cose da perfezionare, quanti dettagli da revisionare.
Sia maledetto il perfezionismo dell’artista perfezionista.
A presto servi dell’arte mia,
lascio a voi l’assenza della mia colta compagnia.
[Scuotipera esce, rimane la compagnia di attori]
ATTORE I
Se n’è andato? Così posso parlare senza che il borioso Bardo ascolti quanto ho da dire sul suo conto.
ATTORE II
(con tono sarcastico) Il suo conto? Di certo non si gonfierà se lo spettacolo che ha intenzione di mettere in scena è questo.
ATTORE III
Vi sembra il momento di scherzare? Piuttosto approfittiamo di questo tempo per lavorare già da adesso ai personaggi. Scuotipera è stato chiaro: bisogna mettersi sotto con le prove.
ATTORE II
Oh ma stai zitto. L’unico che deve mettersi sotto sei tu, e non solo con le prove (risata fragorosa).
ATTORE I
Mi ricordi il mio compagno di scuola che accondiscendeva sempre il professore in ogni circostanza.
Non ti hanno mai proposto di interpretare la moglie Capuleti o Biondello? Calzeresti a pennello.
ATTORE II
(spazientito) Sentiamo un po’ Caterina…davvero tu pensi sia un valido dramma? Per non parlare del suo ridicolo atteggiamento. E’ peggiorato dall’ultima volta, non fa che parlare di sé in modo così patetico che sembra uscito da una serie Netflix per adolescenti.
Lui stesso sembra il clichè del regista megalomane di un banalissimo film degli anni Ottanta. Dai, meglio non aggiunga altro altrimenti divento un bisbetico…
ATTORE I
Caterina, va bene che sei sua moglie e che finanzi i suoi spettacoli, ma ridurti a tanto per un uomo così misero. Non ti si riconosce più.
KATE
(a voce alta, guardando i due attori) Non permettetevi di parlare così di me e di mio marito!
Scuotipera ha dedicato tutto sé stesso negli ultimi dieci anni per la stesura di questo dramma. Dieci lunghissimi anni anche per me, che ho sopportato ogni suo sclero e l’ho coccolato quasi fossi la Balia di Giulietta.
(si ricompone) Tralasciando dettagli che non vi devono interessare, lo spettacolo funziona: in giro non si parla d’altro che del giorno in cui lo metteremo in scena. Non potrei essere più felice. Tornerò al massimo della mia carriera, da Messina a Verona mi ricorderanno come ‘l’attrice italiana del XXI secolo con la A maiuscola ’.
E poi, ancora più importante, il mio conto in banca (esasperando le movenze di gioia) salirà alle stelle!
ATTORE II
(bisbigliando tra sé) Ho il presentimento che a salire su stelle, avverse, sarai tu…
KATE
Dopodiché, tromba spaventosa, annuncia il giudizio universale!
ATTORE I
(all’attore I) Ma si è sentita? Perdio, altro che spettacolo da sogno di questo passo.
KATE
Resistete ancora questa tournèe, poi sarete liberi di fare quello che volete, anche di uccidermi.
ATTORE I
(parlando tra sé in modo ambiguo e sospettoso) Attenta a non ripeterlo due volte…
PETRUCCIO
(rivolto agli attori) Non vi azzardate farabutti, a trattare la mia superleggiadra Kate in questo modo.
KATE
Petruchio, non è il momento di sbandierare il nostro amore. Non qui perlomeno, quante volte ne abbiamo già parlato! (sbuffando scocciata)
PETRUCHIO
No, vieni qui, Kate, vieni; non fare quella faccia acida.
KATE
(urlando a tutti) Adesso basta! Non sopporto più nessuno di voi. Parlo con voi, attori lamentosi, uscite di qui. (pausa di due secondi) Adesso!
[escono tutti tranne Petruchio]
(rivolta a Petruchio) Quanto a te…prova a rovinare lo spettacolo ed io e te abbiamo chiuso.
[Caterina esce]
PETRUCCIO
Volete trattarmi proprio da burattino? Ma se non lasci Scuotipera vedrai come ti perdono!
La pazienza forzata e la collera ostinata in me si scontrano e mi fanno tremare.
Mi tirerò indietro, ma questa intrusione, si muterà nel più amaro dolore.
[Petruchio esce]
Atto II
Scena I
(di Elisabeta Ruci)
Pubblico Ministero, sala interrogatori
PETRUCCIO
(sovrappensiero e addolorato nega la realtà dei fatti, viene richiamata l’attenzione dall’Ufficiale)
Si…cosa?
…è morta…
no, Kate, non è morta no. Non ci credo, no.
No, no no è un incubo cazzo vero? Ora mi sveglio e siamo di nuovo alla prima dello spettacolo, si.
Si, si alla prima…sento ancora il calore della sua mano sulla mia e ora cosa, vengo interrogato per la sua morte?
Non mi vede?
Sono calmo.
Dov’ero il giorno prima dell’accaduto? Alle prove.
No, non con gli altri no. Ripeto le mie parti da solo prima di un grande evento. Lo sanno tutti, lo sanno tutti nel cast.
Cosa, come scusi?
(irrequieto, si sistema meglio sulla sedia) Pensate mica sia stato io solo perchè il giorno prima nessuno mi ha visto? Che cazzo di ragionamento è questo?
Si… no, mi scusi, non mi permetto non è quello che intendevo. Mi dica, come faccio a stare tranquillo, mi state accusando di averla uccisa.
Ha una moglie lei vero? Una moglie che ama? Come le verrebbe in mente di uccidere una persona che ama?
La amavo. Kate, la amavo davvero. Non so se o quanti lo sospettassero, ma abbiamo sempre fatto attenzione.
No, non ero suo marito, no ma l’ho amata come tale. Di più, l’ho amata di più. L’ho amata più di Guglielmo.
Il marito è la tua vita, il tuo custode, il tuo capo, il tuo sovrano; uno che ha cura di te e del tuo mantenimento,( che si sottopone a laboriose fatiche per mare e terra, a vegliare di notte, durante le tempeste, di giorno al freddo, mentre tu stai calda e al sicuro in casa; ) e non brama da te altro tributo che amore, affabilità, e sincera obbedienza;
Lui non era capace di ottenere questo da lei
Ed è per questo che non ero geloso di lui, certo… Kate la volevo tutta per me ma non ero geloso di lui.
(alza la voce, attimo di ira improvvisa) Questo non dice nulla!
Ovviamente ero sul palco con lei, era la nostra scena! Perché avrei dovuto aspettare di ucciderla in quel momento? Per incastrarmi da solo?!
(si ricompone) Certo si, le domande le fa lei.
Litigio? Non so di che parla.
Ci hanno visti litigare? No, si sbaglia, non sanno di che parlano, era una discussione
L’argomento? Sempre lo stesso. Le stavo chiedendo di lasciare suo marito, i due non si amavano più. Come puoi amare qualcuno e nel mentre scoparti un altro?
Ero stanco di vederli insieme. Vivevano insieme, ma non si amavano. Lavoravano insieme, ma non si amavano mentre io dovevo stare nascosto come un verme a prendermi cosa? Il poco che mi veniva offerto?
Le ho chiesto di lasciarlo più volte, di lui non ne aveva bisogno. Senza amore, che cazzo se ne faceva? Eh? E allora se erano sposati? Niente figli o cani per cui sentirsene in colpa. Quanto se ne sente in giro di coppie di merda che si lasciano per molto meno.
Tra di noi invece non c’era nulla che non andasse bene. Questa era l’unica cosa su cui si discuteva.
La amavo.
Lei amava me.
(pausa scenica)
Cosa c’entrano questi adesso?
Kate, si.
Non so, no, non capisco, certo si, si offriva di pagare qualche viaggio … ho ricevuto diversi regali. Cosa c’è di male in questo? Se lei voleva spendere i suoi soldi su di me, non vedo come non fosse libera a farlo. Io, non le ho mai chiesto nulla.
Mi prende in giro? A chi non fanno piacere i soldi … (finale sospeso, esce di scena)
Atto II
Scena II
(di Cinzia Camosso)
A teatro
[Gli attori entrano. Sguardo verso il pubblico]
(ATTORE) MERCUZIO
(stizzito) Davvero mi state chiedendo dov’ero quando è morta?
(ATTORE) PARIDE
Dietro le quinte.
(ATTORE) NUTRICE
Come tutti gli altri, ovviamente. Non vedevamo l’ora che finisse questo spettacolo.
(ATTORE) BENVOLIO
Scuotipera ci ha praticamente obbligato a partecipare.
(ATTORE) PARIDE
Nemmeno volevo venire, è stata Kate a convincermi.
(ATTORE) NUTRICE
(voce stridula) “Fai questo favore a mio marito, è il suo ultimo spettacolo!”.
(ATTORE) PARIDE
(annuisce) Così ha detto.
(ATTORE) MERCUZIO
Come se Scuotipera non fosse già patetico abbastanza.
(ATTORE) BENVOLIO
Kate è stata fin troppo brava a restargli vicino per tutto questo tempo.
(ATTORE) NUTRICE
(malinconica) Era così giovane.
(ATTORE) PARIDE
Kate riusciva sempre a calmare gli animi durante le prove. Tutti noi eravamo grati ci fosse.
(ATTORE) MERCUZIO
(con tono scherzoso) Petruccio più di tutti.
(ATTORE) PARIDE
In che senso? (ride) Avreste dovuto vederli in scena.
(ATTORE) BENVOLIO
Certo che si frequentavano! Anni addirittura!
(ATTORE) MERCUZIO
Sicuramente non lo nascondevano.
(ATTORE) NUTRICE
(tono polemico) Almeno avevano la decenza di comportarsi a modo davanti a Scuotipera.
(ATTORE) BENVOLIO
Beh… sì, lo sapeva
(ATTORE) MERCUZIO
Come faccio a sapere se fosse d’accordo?
(ATTORE) PARIDE
Che fosse d’accordo, non ne ho idea. Però so che non ha mai detto o fatto nulla a riguardo, quello sì.
(ATTORE) NUTRICE
Petruccio si lamentava continuamente di Scuotipera quando non c’era, però lavoravano bene insieme.
(ATTORE) BENVOLIO
Ora che ci penso, è vero, sembravano proprio solo colleghi.
(ATTORE) PARIDE
Scuotipera la spronava un sacco.
(ATTORE) MERCUZIO
Kate è sempre stata la più brava in scena.
(ATTORE) NUTRICE
(tono soddisfatto) Non ne sbagliava mai una.
(ATTORE) BENVOLIO
C’è da dire però che dopo con Petruccio… (con incertezza) non so se dovrei dirlo
(ATTORE) PARIDE
(tono drammatico) È stata una prova infernale.
(ATTORE) NUTRICE
Buchi di memoria, movimenti non fatti… Tempo completamente sprecato, Dio mio!
(ATTORE) MERCUZIO
(tono canzonatorio) E tutto questo solo perché aveva discusso con il suo (enfasi) dolce Romeo!
(ATTORE) BENVOLIO
(interrompe Mercuzio) Parliamoci chiaro, si sono gridati addosso.
(ATTORE) NUTRICE
Tutto il teatro li ha sentiti.
(ATTORE) MERCUZIO
(ridendo) “Oh Romeo Romeo, perché sei tu, Romeo?”
(ATTORE) NUTRICE
(triste) L’ho sentita pure piangere in bagno, sembrava una bambina.
(ATTORE) PARIDE
Non si sono più parlati fino all’inizio del dramma.
(ATTORE) MERCUZIO
Non credo sia stato lui.
(ATTORE) PARIDE
Qualsiasi coppia litiga almeno una volta e Petruccio non è un uomo violento. (tra sé e sé) Almeno credo.
(ATTORE) BENVOLIO
E se invece fosse stato lui?
(ATTORE) NUTRICE
Non ho visto nessuno prendere o scambiare le boccette di veleno, ve l’ho già detto!
(ATTORE) MERCUZIO
(di nuovo con tono beffardo) Posso andarmene o volete arrestare anche me?
[Escono tutti]
Atto II
Scena III
(Maria Sole Dalmoro e Erica Morgana Settesoldi)
A teatro
[Scuotipera entra, si siede su una sedia al centro del palco]
SCUOTIPERA
Cosa vi fa pensare che io abbia ucciso mia moglie? Cosa vi ha fatto venire il solo pensiero che io possa averla uccisa? (Alza le mani) non sarò stato il marito perfetto, non sarò stato l’uomo perfetto, ma da qui ad essere un uxoricida…(ride nervoso) mi sembra una conclusione un po’ affrettata, non trovate? Mia moglie per me era la mia vita. Era la mia luce, il mio sole lucente. Il solo pensiero che lei non sia più qui, non sia più tra i vivi, semplicemente mi devasta. Tornare a casa da solo, nella casa vuota, è qualcosa di terribile. Il silenzio…l’oscurità…i piatti non lavati nel lavandino…sono solo un uomo, signori agenti. Ogni uomo ha bisogno di una donna, capite? Sono sempre stato illuminato in materia, ho letto tanti tanti libri sul femminismo e sulla liberazione del genere femminile. Sono sempre stato un marito attento alle sue esigenze, la lasciavo… (si morde l’interno della guancia) lei aveva persino degli amici uomini. Provavo gelosia, certamente ne provavo, ma…oh, mio signore, o gelosia, è il mostro dagli occhi avidi, che si fa beffe della carne di cui si nutre. Io sono un uomo dai saldi principi, che cerca di essere la versione migliore di sé stesso, non sono certo uno di quei buzzurri che rinchiudono le donne in casa, e ho sempre visto mia moglie come il mio faro.
Ci siamo conosciuti a teatro, sapete? Lei era un’attrice dilettante ad un corso serale, di quelli che frequentano gli studenti universitari, e io ero andato al loro spettacolo finale per…passare un bel sabato sera, sapete? Non sono il tipo da TV spazzatura, sono il tipo di persona che cerca la cultura. A teatro la cultura di certo non manca e…(distoglie lo sguardo dagli agenti) e non si trova solo quella…ma anche altri tipi di…be’ sì…altri tipi di…opere da ammirare. Ecco sì, ci sono alcune meraviglie a teatro che… (ride nervoso) Insomma voi mi capirete agenti…l’occhio vuole la sua parte, no? E poi non ero certo l’unico ad essere lì per quelle…meraviglie (l’angolo della bocca si alza formando un sorrisetto), c’era anche un tale che ammirava quella che sarebbe diventata mia moglie (tono soddisfatto), un certo…oh Cielo mi sfugge il nome (si porta una mano sulla fronte fingendo di non ricordare). Ah, sì, ecco, il Moro! Un tipo che con le donne ci sapeva sicuramente fare… (aria cupa) sì è anche bisbigliato, qua e là, che egli mi abbia sostituito nel dovere coniugale fra le mie lenzuola, (Scuote la testa e rialza lo sguardo sicuro sugli agenti), ma Sicuramente erano solo dicerie! Mia moglie mi aveva scelto e non si sarebbe certamente sognata di…tradirmi…perché aveva gli occhi e ha scelto me, ne sono certo, non sono un uomo che lascia indifferente una donna, no? Ma è una semplice voce messa in giro per rovinarmi la reputazione, non sono certo amato da tutti, sapete? Un uomo di un certo livello come me…probabilmente è stato lo stesso…Moro (denti stretti)… a dirlo in giro, sarà stato uno di quegli uomini convinti che “la reputazione è oziosa e falsissima, spesso ottenuta senza merito e persa senza meritare”. Tutta invidia! Tutta invidia! (tosse nervosa) Ma certo io questo lo posso solo supporre, mia moglie è morta, l’amore della mia vita non c’è più, Che importanza ha adesso? Sto solo divagando, La mia mente non è altro che il frutto di un cuore distrutto…(Sospiro seguito da un lungo silenzio).
Ma come dicevo, Io e lei ci siamo conosciuti a teatro, sì. Io vado a teatro per la cultura, a cercare quella semplice e piacevole mediocrità. Non che mia moglie fosse mediocre, assolutamente. No, no. Lei era…era…be’, non era l’attrice migliore, questo è vero. Però era brava. Cioè, era meglio come moglie che come attrice, questo è certo, ma quando era sul palco era davvero…(una pausa, sta cercando la parola) brava. Questo sì. Ipnotica, si potrebbe dire. Ogni uomo era alla sua mercè. Ogni singolo uomo. Ovviamente avevamo qualche piccolo litigio, tipiche situazioni tra coppie. Biancheria, pulizie, cose del genere. Il nostro matrimonio aveva…aveva radici solide. Più o meno. Si fa quel che si può. Diciamo. Lei era una ragazza molto, molto bella. Bellissima. E riusciva a catturare tutti…con il suo sguardo.
Diciamo che non l’ho sposata per le sue capacità intellettive, né per le sue capacità attoriali. (Ci pensa un attimo) in realtà…sposarmi con lei è stata una lezione. Una lezione di stile, diciamo. Gli attori sono sempre diversi da quello che le persone si aspettano. (Inizia a gesticolare) l’attore è, nella mia visione almeno, solo una macchina, capite? L’attore vero, l’attore di valore, non ha una vita sua. La sua vita si basa su quello che il suo personaggio necessita. L’attore vero è un recipiente che viene riempito e svuotato. Mia moglie non era…non era quel tipo di persona. Era troppo vivace, troppo…arrogante. Questo non mi dava fastidio, sapevo che non sarebbe mai stata un’attrice importante, però…era l’amore della mia vita. In un certo senso. Al primo posto c’è la mia arte. Ovviamente. Mia moglie era l’amante. L’amante dell’arte. (Sorride, silenzio). Arte e amore sono due cose differenti. L’amore è passione, l’arte è puro intelletto, una scienza. Sistemi che si incastrano, capite? Sistemi che si incastrano come si incastrano pezzi di un puzzle. L’amore è una matassa di fili che non si può sciogliere. Un nodo di Gordio, l’unico modo per slegarlo è con un colpo netto di spada. Posso vantarmi di aver usato quei fili per creare la mia arte, una cosa che in pochi sono in grado di fare. Non per vantarmi, ovviamente, ma è ciò che fanno gli artisti veri. Come il sottoscritto. (Silenzio).
Comunque la amavo e da buon marito cercavo di rendere felice mia moglie, Infatti, quando è morta ero a comprarle un regalo per il nostro anniversario, una splendida candela aromatica. Mi dispiace sempre non assistere alle mie rappresentazioni, ma sono un uomo occupato e il pensiero di non farle neanche un regalo mi ha distrutto il cuore. Ero occupato dalla mattina, dovevo controllare i costumi di scena e parlare con gli scenografi, poi sono andato dal commercialista. La burocrazia mi uccide. Ogni artista viene ucciso dalla burocrazia, macchina infernale. Poi sono andato in centro a cercare il regalo adatto. Meditazione, meditazione. Poi, idea. Una candela. Ero l’ultimo cliente, per grazia divina il negozio era ancora aperto, ma forse, pensandoci adesso, sarebbe stato meglio se il negozio fosse già stato chiuso (sguardo sconsolato). Sono poi tornato al teatro e… (Un attimo di silenzio) ed eccomi qui, agenti. Alle porte c’è sempre quel simpatico ragazzino che ci aiuta con le pulizie e col resto. Gli attori non sono di certo persone ordinate, caotiche in scena e nella vita, per non parlare delle attrici…(si morde la lingua) In ogni caso, sicuramente lui mi avrà visto uscire e poi tornare. Ci sono ancora domande che volete farmi?
Atto II
Scena IV
(di Raimondi Roberto)
In diretta televisiva
[I conduttori preparano le ultime notizie]
CONDUTTORE 1
(Agli spettatori) Ci ricolleghiamo subito con il nostro inviato, Nello Scandalo, in diretta dal teatro Il Globo, a seguito di un shoccante risvolto riguardo la tragica e prematura scomparsa dell’attrice Catherine Desmondi Scuotipera.
Davanti al teatro
NELLO SCANDALO
Si, buonasera, siamo qui in collegamento dal teatro Il Globo come detto, dove gli agenti hanno appena rilasciato il principale sospettato fino a qualche attimo fa. L’attore e amante della giovane vittima, il signor Petruchio, messo sotto custodia subito dopo gli interrogatori che non avevano convinto gli agenti, è stato improvvisamente liberato da ogni sospetto. Mentre veniva infatti trasportato verso la volante, che lo avrebbe accompagnato poi in caserma, è arrivato l’ordine di rilascio immediato da parte del capo di polizia. Sembrerebbe che, a seguito dell’arrivo di un testimone chiave, adesso in interrogatorio, le accuse formulate ai danni dell’attore siano state completamente ritirate, in attesa di una rielaborazione delle indagini.
[Si avvicina all’ingresso del teatro]
Ecco il testimone che sta uscendo.
[Segue con il microfono il testimone]
Sembrerebbe in realtà essere una faccia molto conosciuta nel mondo del teatro, l’attore Francesco Pretis, caduto in disgrazia a causa del suo controverso stile di vita e atteggiamento aggressivo sul palco.
[Porge il microfono all’attore]
Scusi ha qualche testimonianza da rilasciare ai giornali?
FRANCESCO PRETIS
(infastidito) Non sono qui per rilasciare interviste, lasciatemi passare.
NELLO SCANDALO
Lei c’entra in qualche modo con la faccenda? Come stanno procedendo le indagini? Sa se ci sono risvolti seguito della sua testimonianza?
FRANCESCO PRETIS
(con rabbia) Sentite, non lo so, non ne ho idea, basta con ste cazzo di domande! Io nemmeno c’ero alle prove oggi! E’ questo che volete? Scandali? (gesticolando)“La grande stella del teatro caduta in rovina” che per l’ennesima volta si è messa a bere e ha rovinato tutto? Tanto è solo morta una persona, ma concentriamoci su questo invece.
[Fa per andarsene ma poi torna indietro]
Sapete cosa? Si, ho bevuto, ho bevuto fino a non reggermi più in piedi. Ma pensate che io sia l’unico? Oh no, vi sbagliate di grosso. C’era anche quel pazzoide di Scuotipera, sempre pronto a versare un altro bicchiere, che farfugliava le sue idiozie sulla (con voce stupida) “Sostanza tragica della vita” e della sua fottuta tragedia perfetta con la quale mi avrebbe riportato al successo. (urlando) Tutte bugie! ( a Nello Scandalo) Avete lo scoop ora, contenti?
[Esce Francesco e Nello rimane immobile]
ATTO III
Scena I
(di Cetrangolo Anna)
Sala interrogatori
[Kate – ora fantasma – dal centro delle scale, la spada immaginaria nella mano.
Scende le scale. Parla da sola]
KATE
“Ah! L’immortale passado! Il punto riverso! Il toccato!”
[segue la lama con la mano fino a trafiggersi. Mima ciò che dice]
(con sguardo assente)
Questa nostra “finzione” è più fragile di quanto pensiate. Basta un soffio, un colpo maldestro e, guarda un po’, il sangue non è più solo scena! Che sorpresa, ah? Un bottone si strappa, una lama “finge” di trafiggere e puff! Il gioco è finito. E non è più finzione quando il sangue macchia davvero. Quando la pelle si lacera e tutta quella stupida illusione crolla. “Ah, onesto speziale, ha agito in fretta il tuo veleno!” Il sipario su di me è già calato da un pezzo!
[la spada svanisce; si avvicina alla cattedra]
Ma basta con queste vanità! La mia era soltanto una lingua di donna. Il mio destino era già scritto, era tutto un ridicolo copione. In quel momento?
[si volta bruscamente, come se la domanda fosse un insulto]
La vita, silenziosa, abbandonava queste labbra.
[alzando il tono, quasi con rabbia]
[si siede alla cattedra]
E doveva essere solo una recita, eh? Giulietta che moriva per amore… ed io, la sua patetica ombra, morivo dentro e fuori dal palco.
(con rabbia e ironia) Guglielmo, il “caro mio signore”… un burattinaio, più che un poeta. Un GENIO, dicono… Ma non è forse vero che si può essere genio e carnefice allo stesso tempo? Lui mi amava, almeno così diceva. Ma è con l’amore che il cielo trova il modo di soffocare le gioie. Mi aveva costruita, scolpita, plasmata con la sua “arte”. “E quel che più m’indigna è il fatto che tutto questo diceva di farlo in nome dell’amore più assoluto”. Eppure… no… non bastava.
[scuote la testa]
E poi c’era Petruchio, Oh sì.
(con tono acido) L’amante incontenibile, un giovane imprudente, così impetuoso. Che commedia, eh! Era fin troppo facile lasciarmi trascinare da lui. Ha finito per bruciarmi. Quella sera le parole tra noi furono lame più taglienti di qualsiasi spada. Gelosie, incomprensioni, desideri soffocati.
No, non eravamo soli in quel veleno. C’erano anche gli altri, tutti con i loro piccoli giochi di potere. A chi spettava quel ruolo? Chi meritava più applausi? E chi sperava che qualcuno cadesse dalle grazie. Non erano solo i personaggi a morire, ma noi stessi, a far arrugginire quelle lame in petto e lasciarci morire.
E Guglielmo? Oh, lui vedeva, sapeva tutto. Ma certo che sapeva! Di me, di Romeo, delle liti, delle gelosie. Eppure, ha lasciato che tutto si consumasse sotto i suoi occhi. Forse… forse era proprio questo che voleva. Che non ci sarebbe stata redenzione per nessuno di noi. Una tragedia perfetta. Il colpo di scena della sua ultima, immortale opera.
[si alza; tra sé]
(pensierosa) Ma alla fine… chissà… se… o se…
[sputa i “se” come fossero amari; guardandosi a destra e manca]
(nervosa e irritata) Siamo tutti così, pieni di gelosie, rancori, ambizioni ridicole. Forse è stato questo a scrivere la mia fine.
[si porta le mani alle tempie e poi le lascia cadere sul tavolo]
[gli occhi si piantano sul pubblico]
Non è mai solo teatro, vero?
Atto III
Scena II
(di Francesca Rizzolo)
Sul palcoscenico
SCUOTIPERA
Pubblico, ho offerto a voi il mio dramma e, con esso, il mio nome, che è e sarà immortale. Ho consacrato la mia vita all’arte, al teatro, perché sono stato travolto dalla passione e dall’ambizione di successo, manifestatosi fin da bambino, quando, per gioco, iniziai a scrivere battute teatrali, distribuite tra gli amici, con cui allestii la mia prima compagnia di spettacoli itineranti, in piccoli locali della città.
Nel momento in cui fui accettato alla Columbia University di New York per studiare recitazione, la mia giovanile esperienza nel mondo del teatro si chiuse per lasciare spazio a qualcosa di più grande: di giorno partecipavo alle lezioni, con grande entusiasmo e interesse; la sera, invece, con i compagni di corso e gli amici più stretti ci ritrovavamo nel solito pub, dove, di lì a poco, sarebbe nata la compagnia che ha reso possibile molti dei miei successi teatrali. Grazie ad essa, poi, conobbi la mia defunta moglie Kate, una studentessa brillante e ottima attrice, la quale, dopo che la nostra situazione sentimentale iniziò a diventare più seria, propose alla sua famiglia di finanziare alcuni spettacoli, dal momento che questi si fecero numerosi e il materiale di scena costoso. Prove su prove, di città in città, tra America e Europa, copioni su copioni, niente ci fermava. Anche i giornali e le televisioni annunciavano ricorrentemente il mio nome e quello della compagnia: Gli Stornati, come l’esempio di teatro più rilevante dell’ultimo secolo.
Tra le opere più famose, ve ne sono molte che sicuramente ricorderete e che non elencherò, data la loro popolarità; tuttavia, al contrario di come potrebbe sembrare- ma come spesso accade nella vita dei grandi geni- la mia creatività sparì improvvisamente e, in assenza di nuovi drammi da presentare al pubblico, la compagnia iniziò ad essere meno esposta e anche il matrimonio con Kate si sgretolò lentamente. Notai, allora, da parte sua una certa simpatia per Petruccio, attore del gruppo, e la cosa mi insospettì; di me stesso, però, non dubitai un secondo, perché sarebbe stato chiaramente impossibile che un marito talentuoso, com’ero io, potesse stancare la propria moglie. Ammetto, tuttavia, che di una cosa fui certo: si trattava di soldi! Da questo momento in poi, niente più funzionò, il gruppo si sciolse ed io e mia moglie ormai eravamo due estranei.
Rabbia, stupore, la parte, l’attore, che sintomi ha la felicità? Evoluzione, il cielo in prigione, Questa non è un’esercitazione: ecco, vedete, cari ascoltatori, penso che questi pochi versi di una canzone moderna, riassumano bene i miei ultimi anni di vita e quello che ho passato. Rabbia e stupore, sì, sono stati i sentimenti chi mi hanno spinto a chiedermi cosa fosse per me la felicità, nel momento in cui ho perso moglie e lavoro. Poi, c’è stata un’evoluzione, un cambiamento, che mi ha spinto a liberarmi di quelle emozioni che mi tenevano imprigionato e incapace di reagire. Così, dunque, sono qui lieto di annunciare a voi che quella che avete visto questa sera non è stata un’esercitazione, ma il mio ultimo Capolavoro. Circa due anni fa, mosso da quella che un tempo era stata la bellissima relazione con Kate, ottenni l’ispirazione. Dovevo rappresentare la più grande storia d’amore mai sentita. Due giovani innamorati, Romeo e Giulietta, un destino avverso e la morte a legarli per l’eternità. Le parti c’erano, a mancare, ora, erano gli attori.
Teatro Regio, lunedì, 22 ottobre, h. 20. Scuotipera: inviai la medesima mail a tutti i vecchi componenti de’ Gli Stornati e aspettai l’arrivo di quel giorno, in un misto di paura e frenesia, prefigurandomi lo sbigottimento dipinto sui loro volti.
Arrivato il suddetto giorno, mi preparai, uscii di casa, in ritardo, e incontrai gli attori, già tutti presenti, uguali all’ultima volta in cui ci eravamo visti, come se il tempo non li avesse sfiorati. Si trattava dell’inizio della fine e lo sapevano bene. Quello che non si sapeva, però, era che questo spettacolo sarebbe stato unico e mai visto prima, che ci sarebbe stato un sacrificio vero per amore dell’arte. Fare in modo che Kate alla fine morisse era l’unico modo per rendere vero il dramma e riaverla a me. Ed ero sempre più convinto del mio piano: dubitai un solo istante, rivisti gli occhi di lei. La amavo ancora, ma la gelosia mi incendiò altrettanto velocemente della passione d’amore: <>. Così, la sera stessa dello spettacolo, invitai Fra Franco a bere con me: <>.
Si va in scena, le luci si spengono e dietro le quinte tutti stanno correndo, mentre Scuotipera in un angolo, al buio, si veste lentamente e ripone l’ampolla avvelenata nel taschino. <>. Le luci si accendono, Giulietta è morta per sempre.
Petruccio: indagato, accusato e primo sospettato. Ma voglio che tutti sappiano chi è il vero responsabile di questa macchinazione grandiosa: ho ucciso Giulietta, per essere il suo Romeo, noi siamo i protagonisti di questo teatro vero e del suo tragico epilogo… (Beve)
Le mie ultime parole sono state pronunciate e bevendo questo veleno muoio anch’io, o mia amata Kate.
[Scuotipera muore]
Atto III
Scena III
(di Sofia Todisco)
All’interno del teatro
[Scuotipera entra, si siede su una sedia e guarda la foto di
Kate – da fantasma – sul giornale che riporta la vicenda della sua morte]
SCUOTIPERA
Ho spento la tua luce,
Non potrò più farla risplendere,
Come quando colgo una rosa
E non posso più ridarle la sua linfa vitale
Insegnavi davvero alle torce a bruciare di luce?
Io della tua luce non ho mai goduto,
sei stata Giulietta nella vita di qualcun altro,
ma dov’è il tuo Romeo?
Sventurato e destinato a un amore non ricambiato,
ormai è morto ciò che ha amato
[Entrando dall’alto e sedendosi sul gradino
più in alto tra le due file di banchi]
KATE
Il mio primo amore e il mio unico odio.
Hai riversato vendetta su un corpo che ti apparteneva,
ma ero davvero tua?
Giustifichi forse la tua azione?
È stato forse per amore?
SCUOTIPERA
Ma è vero ciò che vedo?
sei carne e ossa o solo fumo?
Tu credi sia stata vendetta, credi sia stato amore,
io l’ho fatto per la gloria, per i premi
non per l’ ardore, non per il sentimento
credi forse che menta?
Fama o fallimento: questo il mio incessante tormento;
vita o morte, è quest’ultima tua amica?
Il matto, l’amante e il poeta sono della stessa sostanza:
non è forse la follia che li guida?
O Giulietta, mia cara Kate, davvero non capisci?
È nel rancore che perisci
[Scendendo i gradini e
sedendosi nel mezzo delle scale]
KATE
Dunque è l’oro è il tuo tentatore,
dunque è la fama la tua tentatrice
Credi io sia un’anima vendicatrice?
la tua condanna, il tuo dolore
sarà l’assenza d’amore.
Nemmeno la morte darà sollievo,
nemmeno l’assenza di vita sarà un buon rimedio.
Hai tradito l’onore col denaro,
sei sempre stato un povero villano (tono ironico)
che cercava gloria componendo versi senza valore:
era per due soldi che fingevi il tuo amore?
SCUOTIPERA
Hai capito che recitavo l’amore senza intenderne le parole?
Questa vita è il mio migliore spettacolo,
questo spazio il mio adorato palcoscenico
E tu, invece, intendevi forse le parole d’amore che mi dicevi?
o, anche tu, recitavi?
Dopotutto anche l’affetto è destinato alla morte,
proprio come la nostra esistenza.
Tu ne sei la prova, cara Giulietta
La vita, in fondo, ti stava stretta
KATE
Se la nostra vita era un tuo spettacolo
e il nostro amore una parte del tuo banale copione,
perché non riesci a lasciarmi andare?
Uno spirito che cerca pace, sono solo questo
parli con me o con te stesso?
Credi io cerchi vendetta
Credi io sia la sventurata Giulietta
Ma dimentichi di non essere Romeo
o forse lo sei, infelice assassino.
Questo epilogo ti porta alla morte,
forse era questo il tuo destino.
Le nostre non erano stelle avverse,
non siamo due miserabili amanti,
non erano pellegrine le nostre mani pesanti,
io non sono un personaggio della tua storia,
un rimorso della tua memoria.
Carne e ossa ero prima che il tuo veleno mi corrodesse
prima che la tua mano mi scrivesse
[Camminando avanti e indietro]
SCUOTIPERA
(Al pubblico)
Anche questo spirito nasce dalla mia penna?
è la mia immaginazione che mi tormenta?
Pazzi e poeti sono della stessa sostanza.
Pazzi e poeti, non c’è davvero differenza.
Ma è giorno o ancora notte?
Io non sogno, io non sono matto
Tutto il mondo è un palcoscenico,
Io sono solo uno scrittore, voi soltanto attori:
ognuno recita la propria parte.
Ma forse è davvero tutto solo un sogno
Sui miei occhi cala il sonno
Anche sui vostri?
La mia mente è annebbiata,
gli occhi si chiudono…
cara Kate, ti ho solo sognata?
Domani mattina Giulietta sarà ancora viva,
tornerò alla stessa vita di prima.
[Torna sulla sedia, appoggia le braccia e
la testa sulla cattedra e si addormenta]
[Rialza la testa, guardando
continuamente Kate e poi il pubblico]
SCUOTIPERA
E se non fosse un sogno, ma pura realtà?
Tu che giaci insanguinata
la mia Giulietta amata, odiata, temuta e bramata,
hai ancora intenzione di tormentarmi?
Eppure già in vita volevi allontanarmi.
Io sono il tuo Romeo, ma sai che non arriverò
vuoi ancora che venga a salvarti?
O vuoi restare soffocata nella tua cripta
dall’aria malsana e fetida?
Se il tuo fantasma volesse vivere
che resti stipato con le ossa dei tuoi antenati,
è lì che si ritrovano gli spiriti a certe ore della notte
e da stasera li raggiungerai
forse li raggiungerò anche io.
Povero me, povero me, non potrei!
Ma se domani mi svegliassi perderei la testa
potrei iniziare a giocare con le tue ossa,
strappare il tuo cadavere straziato dal sudario,
usare le tue ossa per fare schizzare via il mio cervello malato.
Ma ora sono certo di vedere il tuo fantasma
ti stai forse avvicinando per uccidermi?
[Scendendo le scale,
andando verso Scuotipera]
KATE
O Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?
perché dovresti essere tu il mio amore?
Tu che hai scelto la mia morte
una coppa stretta nella mia mano.
Con il veleno hai dettato la mia fine prematura.
L’ho bevuto tutto o ne hai lasciata una goccia amica,
una piccola lacrima omicida,
per porre fine anche alla tua di esistenza?
Ogni spettacolo deve avere una fine,
persino una tragedia,
persino il nostro copione.
Non vi fu mai storia di maggior pena,
di quella tra un uomo ossessionato dal suo teatro
e la donna che, purtroppo, lo ha amato.
Parte II
Wife Starts Her Story
[the story interrupts]
WIFE
I don’t know.
HUSBAND
What’s the matter now?
WIFE
It doesn’t sit well with me. Why does it always have to be a “she” the one that dies first? What is this, a stupid horror movie? This is “Shakespeare”, a little more fantasy shall we?
HUSBAND
Oh well, I’m listeninig…
WIFE
I say “he” has to die first, our Romeo. At the very least, “death” was my idea, remember? And then the rest will follow…it practically writes itself.
HUSBAND
I know for sure (emphasizes) you’re not gonna write it
WIFE
How can you even say…
[Husband interrupts her]
HUSBAND
Obviously (emphasizes) I’ll be the one taking care of it, what were you thinking? So, if, based on your suggestion he’s the one who dies, how could we continue the story?
WIFE
Don’t be sily, dear. It won’t be a “he” nor a “she” to die. Oh yes, quick, take notes, I’m inspired…
[Wife starts her story]
Prologo
(di Alessandro Amelio)
Sul Palcoscenico
[Entra il Coro]
CORO
Due volti, entrambi stessa entità,
Nel luogo in cui l’irreale è reale,
l’antico dissidio scinde l’identità,
dove provoca ciò che è fatale.
Da persistenti conflitti nasce un nemico
E un sol, nato sotto ambigua stella,
Sarà la vittima di un gioco amico
Seppellendo la discordia, sua ancella.
Ciò che considera tanto distante,
un ruolo fatale e universalmente tetro,
Cvd sarà l’origine di quell’ultimo istante
inimmaginabile e inevitabile rottura d’un vetro.
Prestate attenzione a ciò che non viene detto
Il resto è puro, indifferente, apparente aspetto.
[Esce il Coro]
Atto I
Scena I
(di Célia Penalba)
Nel teatro
[Entra Romeo; sbraita perché vede Giulietta stesa nella tomba]
(ATTORE)GUILIETTA
Che c’è qui? Il mio amore? Il veleno, immagino, è stato la sua fine. O Romeo, hai bevuto tutto. Bacerò le tue labbra: forse c’è ancora un po’ di veleno che mi farà morire con un bacio.
(ATTORE)GIULIETTA
Le tue labbra sono calde! Ora, sto morendo!
[Con questa ultima frase, Giulietta muore e cade a terra. Le tende si chiudono su questa immagine e il pubblico si alza ci sono degli applausi delle sgrida, per gli attori. Ma quando tutti gli attori si riuniscono per salutare il pubblico solo una persona non è presente, tutti si girano verso dove si trovavano Romeo e Giulietta, per guardare dove è Romeo e lo vedono ancora a terra. L’attore di Mercuzio si avvicina al corpo e vede che Romeo è veramente morto]
(ATTORE) MERCUZIO (Sussurra)
Romeo è morto!
(ATTORE) GIULIETTA (grida, piangendo)
Aaaaah mio Romeo è morto!
[Il pubblico non sente perché le tende sono chiuse.
Le tende si aprono e gli spettatori stanno applaudendo, ma gli attori gli stanno dando le spalle]
SPETTATORE (si alza e si avvicina al corpo di Romeo; grida)
Romeo è morto!
SPETTATRICE (ride)
Ma che dici Romeo è morto per finta!
SPETTATORE
Alzati e vai vedere, con i tuoi propri occhi… Romeo non è morto per finta!
SPETTATRICE (si alza, e vede Romeo a terra)
Oh, dio mio! Hanno ucciso Romeo!
(ATTORE) MERCUZIO (sente e si gira vedendo i spettatori alzati)
Calmatevi!
SPETTATORE
Perché dobbiamo calmarci? Allora che l’attore di Romeo è veramente morto!!
SPETATRICE
L’avete ucciso! Perché l’avete ucciso?
[Spettatore 2 si alza per uscire del teatro, mentre la porta resta chiusa]
SPETATTORE (si sente nervoso)
Perché la porta è chiusa? Perché resta chiusa? Avete previsto questa morte ah!
(ATTORE) MERCUZIO
Calmatevi! Non avevamo previsto questa morte. Le porte sono chiuse per ragione di sicurezza! Calmatevi perché, se no non potrete uscire del teatro!
SPETATRICE
Ma perché?
(ATTORE) MERCUZIO
Ora ascoltatemi! Troveremo una soluzione con la mia compagnia, troveremo il colpevole! Ah, un’ultima cosa non potete chiamare la polizia perché non c’è rete in questo teatro. Lasciatemi ritrovare il colpevole! Renderemo giustizia a Nik!
Atto I
Scena II
(di Beatrice Bova)
All’interno del teatro (tra stage e backstage)
[Gli attori arrivano al centro dello stage]
(ATTORE) TEBALDO:
(entrando in scena) Cos’è mai successo che si grida tanto qui dentro “morto”? In che senso “morto”? Ma morto nella realtà?
(ATTORE) PARIDE:
“Morto” nel senso che non si sveglierà più, nella finzione e nella realtà.
(ATTORE) TEBALDO:
Ma come può essere stato possibile un delitto così atroce?
(a parte) Devono averlo ucciso, non può essere altrimenti. Incidenti del genere non accadono in un ambiente controllato
(a tutti, urlando sconvolto) C’è stato un omicidio!
(ATTORE) MADONNA CAPULETI:
Siamo in pericolo? Aiuto! (in lacrime) Oh no, mi dispiace! Ancora non ci posso credere. Aiuto! Dobbiamo fare qualcosa…
(ATTORE) PRINCIPE:
Silenzio ve ne prego. Smettete di urlare e datevi un contegno, mettete da parte lo sconforto. Che nessuno tocchi nulla. Che nessuno si muova. Se davvero è stato commesso un crimine non possiamo compromettere il luogo del delitto, finché non saranno state accertate le circostanze. E dato che non è possibile avvertire le autorità, che sia dunque io a farmi carico dei vostri lamenti, e che sia io ad andarmene per avvertire la polizia.
(ATTORE) PARIDE:
E cosa vorresti dire agli ufficiali? Che Romeo di “Romeo e Giulietta” è morto alla fine della tragedia. Sorprendente.
(ATTORE) GIULIETTA:
Ma dovrebbe morire il personaggio, non l’attore. (guardando l’attore Romeo, con le lacrime agli occhi) Oh poverino! Questo scenario di morte introduce al sepolcro le mie speranze. Era un nostro collega, un nostro amico. Non possiamo declassare la sua morte a mero incidente. Serve giustizia, merita una soluzione/conclusione più dignitosa.
(ATTORE) PRINCIPE:
Inoltre, se mi è permesso avanzare i miei sospetti, affermerei che la sua dipartita è risultato di un disegno premeditato. Se ciò detto risulta essere veritiero, allora la mente che lo ha elaborato è malvagia. Nulla esclude la possibilità che ci possa essere un’ulteriore vittima tra di noi.
(ATTORE) GIULIETTA:
Pensi dunque che siamo tutti in pericolo? Ma chi potrebbe mai nutrire tanta rabbia da voler morta un’intera compagnia? E chi potrebbe mai possedere tali mezzi?
(ATTORE) PRINCIPE:
Qualcuno all’interno di essa, forse. Qualcuno in grado di entrare in contatto con tutti noi, sia prima che durante lo spettacolo. Qualcuno, insomma, che estraneo non è al nostro ambiente.
(ATTORE) TEBALDO:
Chiudiamo il teatro!
L’assassino deve essere ancora qui, non dobbiamo dargli modo di scappare.
[Attore di Tebaldo esce per andare a bloccare tutte le uscite]
(ATTORE) MADONNA CAPULETI:
Bravo, Bravo! Non permettiamo che un criminale la passi liscia. Chiudiamo tutte le porte, tutte le finestre, tutte le botole. Chiudiamo il sipario.
(ATTORE) PARIDE:
No, il sipario no. Temo che lo spettacolo sia appena cominciato…
(ATTORE) GIULIETTA:
E il pubblico? Non possiamo trattenerlo qui.
(ATTORE) TEBALDO:
Hai ragione, saremmo meschini. (agli attori che hanno chiuso le uscite) Fate uscire il pubblico!
[Gli attori chiedono al pubblico di uscire]
(ATTORE) PARIDE:
Giusto, il biglietto era valido per un solo spettacolo. Non possono assistere a un secondo.
(ATTORE) PRINCIPE:
Ma il colpevole potrebbe nascondersi nella folla. (agli attori che stanno per riaprire le uscite) Fateli rientrare! Chiudete le porte! Che nessuno, e ripeto nessuno, esca da qui.
[Gli attori fanno rientrare il pubblico]
(ATTORE) PRINCIPE:
(al pubblico) Prego, prego. Che ognuno riprenda il suo posto. Qui, stasera, è stato commesso un delitto sotto i nostri occhi. E, qui, ora, noi tutti ne verremo a capo.
(ATTORE) PARIDE:
Menomale che ci sei tu, dovrebbero erigere una statua d’oro in tuo onore.
[Gli attori rimangono in scena come immobili, una voce fuori campo inizia a parlare]
VOCE NARRANTE (registrata):
(rivolgendosi al pubblico) Se vi state chiedendo la ragione di tanta preoccupazione e di tanto sospetto, lasciate che sia io a illustrarvi il contesto.
Come ai bambini si insegna a fare i buoni, pena il carbone della Befana, altrettanto avrebbero dovuto fare con la nostra cara compagnia di attori. Per essere più chiaro devo spostare la narrazione a qualche tempo addietro, non molto però, perché vi sia chiaro che il cattivo sangue ancor non è quieto.
La storia inizia, come già detto, non molto tempo fa, quando tra attori e regista nacque una contesa: ”Differenza di idee” direbbero i diplomatici, “Regime dispotico” la nominerebbero i realisti. Sin dall’inizio delle prove di questo sfortunato spettacolo, dissensi, discordie e divergenze (creative) hanno abbondato tra i professionisti. Si può tranquillamente affermare che la scala del conflitto era di tutti contro uno, ossia tutti gli attori contro il non così amato (per nulla sopportato) regista. Grida, insulti, minacce erano all’ordine del giorno. Perché sebbene il regista è il signore, la vita, il custode, il capo, il sovrano, uno che si prende cura della compagnia e del suo sostentamento, alla quale non chiede altro che affetto, amabilità e devozione, gli attori non erano disposti a rinunciare alla loro bellezza, ai loro cuori e al loro intelletto tanto orgogliosi quanto superbi; pronti a ribattere parola per parola, e rispondere cipiglio per cipiglio.
Non ci si dovrebbe sorprendere perciò che, nonostante il finale tragico scontato, un epilogo anche più amaro sia il risultato. Ma non vi lascerò certo in dubbio, al contrario vi offrirò la risposta al dilemma. Chi è stato voi lo scoprirete, ma abbiate ancora un po’ di pazienza, vi prometto che non dormirete. Lascio che siate voi testimoni dei retroscena di questi dissapori.
Atto II
Scena I
(di Flavia Longo)
All’interno del teatro, qualche mese prima
[Gli attori sul palco attendono l’arrivo del regista]
(ATTORE) PARIDE
(con sarcasmo al resto della compagnia) Puntuale come sempre! Proprio un orologio svizzero!
LEO – (ATTORE) MERCUZIO
Ma che fa? Te ne lamenti? Meno lo si vede, meglio è. Come io non sia morto ancora di ulcera con sto qua, ancora non si sa! Ma gli venisse un colpo…
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
Io ho da fare nella mia vita! (con fastidio) Posso perdere tempo così? Che gran cafone!
[I tre attori continuano a lamentarsi]
(ATTORE) GIULIETTA
(Timidamente) Scusatemi se vi disturbo, io sono nuovo…e non lo so…non so che pensare. Cioè, voglio dire…da come parlate (si schiarisce la gola) sono un po’ in ansia. Cioè, com’è il regista?
[Gli altri tre attori sussultano, si girano lentamente verso l’attore di Giulietta, stringendosi le mani tra di loro per l’emozione, esaltati all’idea di poter continuare il loro lamento]
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
Ma certo! Povero agnello! Povero angelo! Povero gabbiano! Tu sei nuovo. (con enfasi)
(ATTORE) MERCUZIO
Nuovo? No! Lavato con Perlana. (gli altri attori ruotano gli occhi al cielo, non essendo per niente divertente) Ma sei giovanissimo! Sicuro di poter stare qui? L’hai già fatto l’esame di terza media?
(ATTORE) GIULIETTA
(In imbarazzo) Io veramente…Cioè, sì, l’ho fatto! L’ho fatto anni fa. Ho pure fatto la maturità!
(ATTORE) PARIDE
(Agli attori di Mercuzio e Madonna Capuleti) Non importunatelo. (all’attore di Giulietta) Tu interpreti Giulietta, giusto? Come mai ancora non hai conosciuto il registra?
(ATTORE) GIULIETTA
Sì, sì! Faccio Giulietta! Ho comunicato via email con il regista…cioè, gli ho mandato un video come audizione quando ho visto che cercava attori.
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
Come cambiano i tempi! Povero te! Il regista è odioso, se l’avessi conosciuto prima non avresti mai accettato il ruolo. Ti puoi consolare così; almeno se pecchi in questa vita non ti toccherà andare all’inferno, stai già espiando qualsiasi colpa con lui, fidati!
(ATTORE) GIULIETTA
(spaventato) Ma è così terribile? Cioè, com’è? Che fa? E voi perché siete rimasti?
(ATTORE)PARIDE
(con rabbia) Io qua ci sono da sempre, sono cresciuto in questo teatro, tutti noi! Lui è venuto dopo a rovinarci tutto…io, così come gli altri, non lascerei mai questo posto, è una seconda casa. Ho così tanti bei ricordi qui! Rimango per me stesso e per tutto il lavoro fatto negli altri! Un verme del genere non mi farà mai mollare!
LEO – (ATTORE) MERCUZIO
Quando si è presentato a noi per la prima volta già non ci sembrava tanto messo bene di testa. Il buongiorno si vede davvero dal mattino! (con fare pensoso, facendo finta di star cercando di ricordare per descrivere al meglio il regista) Si muove nello spazio in maniera nervosa, i suoi passi si sentono da metri di distanza perché quando cammina sembra stia anche zappando il terreno. Ha un tic all’occhio ed è abbastanza nevrotico, anche quando parla.
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
Pensavo che magari fosse così per una ragione…Che ne so! Per un divorzio, per la crisi di mezza età, per la calvizie! No. È semplicemente pazzo! (con rabbia) E in più, è proprio schifoso.
(ATTORE) PARIDE
Ha buttato fuori tutte le nostre attrici! Adesso sembra che siamo la facoltà di informatica!
LEO – (ATTORE) MERCUZIO
Che strano modo che ha avuto per rivelarci di essere gay.
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
(facendosi serio) Molti giorni ci ha fatto lavorare senza pausa, urlandoci di rifare le scene finché non sarebbe stato soddisfatto. Ma lui? Non è mai soddisfatto.
LEO – (ATTORE) MERCUZIO
Io rimarrò finché non lo vedrò fallire! Gli deve ritornare indietro tutto il male che fatto dieci volte tanto! Dallo stress mi sono venuti dei capelli bianchi!
(ATTORE) PARIDE
In questi giorni è anche peggio. Sta ancora cercando un attore per il personaggio di Romeo, non gli va bene nulla.
[I tre attori mettono ciascuno una mano sulla schiena del giovane attore come conforto]
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
Tu non temere, cercheremo sempre di aiutare gli attori più giovani. Vi difenderemo sempre!
(ATTORE) GIULIETTA
(Timoroso e con un filo di voce)…Grazie..
[Si sentono dei passi pesanti avvicinarsi, l’attore di Giulietta sa che è il regista che sta finalmente arrivando]
(ATTORE) GIULIETTA
Speriamo che vada tutto bene…
[L’attore di Paride guarda dispiaciuto l’attore di Giulietta]
(ATTORE) PARIDE
Ah ragazzo (sospirando)…ricordati che l’inferno è vuoto.
LEO – (ATTORE) MERCUZIO
(sentendo quello che diceva l’attore di Paride) I diavoli sono tutti qui!
Atto II
Scena II
(di Valentina Cozzolino)
In teatro
[Il regista esce per un momento e gli attori si guardano a bocca aperta]
(ATTORE) GIULIETTA
Non è cambiato rispetto alla volta scorsa vero? E sempre lo stesso tiranno.
LEO – (ATTORE) MERCUZIO
Il tiranno di Macbeth era abbastanza bravo rispetto a lui.
(ATTORE) ROMEO
Abbastanza ? Io direi molto più bravo di lui.
(ATTORE) GIULIETTA
Parlare cosi ai tempi di oggi, le cose stanno peggiorando.
NIK
Speriamo di non finire come lui.
(ATTORE) GIULIETTA
per carità !
LEO – (ATTORE) MERCUZIO
Shakespeare si sarebbe divertito a guardarci litigare con il registra volendo rappresentare le opere sue.
(ATTORE) GIULIETTA
Siete pronti per le prove di oggi ?
NIK
Vedremo…
LEO – (ATTORE) MERCUZIO
non tanto ma ce la faremo.
[il regista rientra]
REGISTA [ si rivolge a Romeo e Giulietta]
Riprendiamo le prove atto due scena due, anzi riprendiamo dai versi più famosi di Giulietta! Voglio vedere passione e amore tra voi due.
(ATTORE) GIULIETTA
Sei pronto Romeo, per il nostro wild goose chase ?
NIK
L’amore è tragedia vero ?
(ATTORE) GIULIETTA
Queste prove sono la tragedia della mia giornata.
NIK [ ridacchia]
REGISTA
Dai su su ! Riprendiamo ragazzi !
[gli attori si preparano, Guilietta si mette sul balcone e Romeo si nasconde sotto]
(ATTORE) GIULIETTA
O Romeo, Romeo ! Perché sei tu Romeo? Rinega tuo padre ; e rifiuta il tuo nome, o se non vuoi, legati solo in giuramento all’amor moi, ed io non saro più una Capuleti.
(ATTORE) GIULIETTA
Il tuo nome soltanto è moi nemico : tu sei sempre tu stesso, anche senza essere un Montecchi. Che significa « Montecchi » ? Nulla : non una mano, non un piede , non un braccio, non la faccia, néun’altra parte qualunque del corpo di un uomo. Oh, mettiti un’altro nome ! Che cosa c’è in un nome ? Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un’altra parola avrebbe lo stesso odore soave ; cosi Romeo, se non si chiamasse più Romeo, conseverebbe quelle preziosa perfezione, che egli possiede anche senza quel nome. Romeo, rinuncia al tuo nome, e per esso, che non è parte di te, prenditi tutta me stessa.
NIK [ con molte esitazioni]
Io ti piglio in parola : chiamami soltanto amore, ed io saro ribattezzato ; d’ora d’innanzi non saro più Romeo.
(ATTORE) GIULIETTA
Chi sei tu che, cosi protetto dalla notte, inciampi in questo modo nel moi segreto ?
NIK
Con un nome io non so come dirti chi sono. Il moi nome, cara santa, è odioso a me stesso, poiché è nemico a te : se io lo avessi qui scritto, lo straccerei.
(ATTORE) GIULIETTA [fra se] Romeo non sembra stare bene.
REGISTA
Romeo ! Sul serio ? Ho chiesto una vera rappresentazione ! Shakespeare si vergognerebbe di te. Sei Romeo o non lo sei ? Devi corteggiarla, essere giovane, innamorato ! Non dimenticare le tue battute !
LEO – (ATTORE) MERCUZIO
Non ci si può rivolgere a qualcuno in quel modo lo sai ?
REGISTA
Io voglio una cosa ben precisa, voglio una rappresentazione di Shakespaere perfetta. Quando chiedo una cosa dovete farla. Siete attori o non lo siete ? Avete dei ruoili ben precisi e dovete tenervi a questo. Facciamo una pausa, Romeo, spero che le esistazioni sulle tue battute siano finite.
[il resgista esce per un breve momento lasciando gli attori da soli]
NIK
Scusatemi, ho bisogno di un breve momento da solo.
Atto II
Scena II.i
(di Sara Bruzzese)
In teatro
[Gli attori sono in scena per le prove]
(ATTORE) GIULIETTA
Ah, scortese! L’hai bevuto tutto, senza neanche lasciarne una goccia amica per aiutare anche me? Bacerò le tue labbra. Forse su di esse c’è ancora del veleno capace d’uccidermi con questo conforto
[L’attore che interpreta Giulietta si avvicina alle labbra dell’attore che interpreta Romeo, come da copione. Ma quest’ultimo si sposta non appena l’altro è a pochi millimetri dalle sue labbra. In sottofondo lamentele da parte di tutto il resto della compagnia e del regista]
REGISTA
Forza forza forza, ci vuole realismo qui e non abbiamo molto tempo prima dello spettacolo!
(ATTORE) GIULIETTA (in un sussurro)
Ehi, che ti succede?
[Non riceve nessuna risposta, solo uno sguardo confuso. Il regista, scocciato, fa riprendere le prove dalla stessa scena ma l’esito non cambia. L’attore che interpreta Romeo si sposta per la seconda volta]
(ATTORE) MADONNA CAPULETI (gridando)
Oh andiamo, cosa ti costa un piccolo bacio?
[L’attore che interpreta Romeo, stufo delle urla e confuso, si alza ed esce dalla scena lasciando tutti altrettanto confusi e infastiditi]
Atto II
Scena III
(di Nora Sbicego Salzotti)
Dietro le quinte
[gli attori si ritrovano dopo le prove dello spettacolo]
(ATTORE) GIULIETTA
(con tono irritato) Non possiamo più lasciarci umiliare così da lui. Io sono stanca di recitare una figura femminile come se fossi un burattino nelle sue mani.
ATTORE II
È una scena terribile quella che ti ha fatto fare oggi… vuole che tu rappresenti una ragazza completamente oppressa.
ATTORE III
Non che nella realtà dell’opera sia tanto diversa…
(ATTORE) GIULIETTA
No ma non è giusto che venga rappresentata sempre così. (recitando) Non capisco tutta questa fretta: ch’io debba maritarmi prima ancora che colui che dev’esser mio marito sia mai venuto a parlarmi d’amore!
(ATTORE) TEBALDO
Pensate alla scena di oggi del litigio tra Giulietta e suo padre, lei rifiuta di sposare Paride e il padre la insulta: le dice “anemica carogna”, “puttana”; “non parlare, non ribattere, non rispondere”.
(ATTORE) GIULIETTA
Stiamo parlando di un oggettificazione fortissima della figura femminile come proprietà di un uomo: tuo marito è il tuo signore, la tua vita, il tuo custode, il tuo capo, il tuo sovrano.
Viene vietata qualsiasi libertà decisionale sulla sua vita. Il frutto di questa visione è quello di un amore proibito che attraverso una serie di eventi porta alla drammatica morte di entrambi i protagonisti.
ATTORE III
Quindi secondo te la causa della morte di Giulietta è il padre possessivo?
NIK
Sicuramente viene spinta a compiere delle scelte estreme anche contro la sua volontà pur di non sposare Paride e nascondere il suo amore e il matrimonio con Romeo.
ATTORE II
Stavo pensando che non facciamo mai un’analisi sui personaggi che interpretiamo, lasciamo sempre che li costruisca il regista e diamo carta bianca a tutte le sue idee perverse e agghiaccianti. Dobbiamo iniziare ad opporci e rivendicare le nostre idee e la nostra visione dei personaggi. Non dobbiamo lasciare che nome del regista continui ad umiliarci attraverso i nostri personaggi e metta in scena uno spettacolo dai valori completamente ribaltati rispetto ai nostri.
Noi vogliamo dare un messaggio diverso al pubblico.
ATTORE DI KATE
(fino ad ora in disparte, si inserisce nella conversazione)
Anche nel personaggio che devo interpretare io c’è questa visione, del resto è una donna che non vuole comportarsi come la società maschile le dice di fare, è una ribelle che non rimane in silenzio ma proprio per questo viene vessata ed etichettata come una pazza isterica. E il regista vuole che io esageri al massimo questa caratteristica come se fosse l’unica caratteristica della donna, non abbiamo il corpo debole, liscio e tenero, inadatto alla fatica e alle cure del mondo.
NIK
Hai ragione, non possiamo più stare in silenzio, dobbiamo organizzarci e creare uno spettacolo nostro dove rivendichiamo la triste Giulietta, la bisbetica Kate, la più infelice e derelitta delle donne Ofelia.
Atto II
Scena IV
(di Emanuela Canale e Monica Portis)
Dietro le quinte, in camerino, dopo le prove
[Gli attori hanno appena terminato di provare la scena del doppio suicidio]
NIK (tra sé e sé)
Non sarebbe mai dovuto succedere. Ora non posso più nasconderti. Vorrei che il mio viso cambiasse forma, vorrei che diventasse irriconoscibile. Vorrei solo dimenticarmi questa immagine e vorrei che la dimenticassero tutti, ma ormai è tardi. Ride delle cicatrici chi non è mai stato ferito. Conosco già quelle parole e il dolore lacerante che provocano, ma “mostruoso animale”. Mi chiedo sempre se un giorno questo dolore se ne andrà. Magari lo fa per un po’, ma poi torna sempre.
Eppure il teatro mi ha dato una un’altra vita. Sempre diversa, migliore, in cui posso essere chi sono. Non avrei mai potuto immaginare che anche il teatro, la mia seconda possibilità, la mia grande occasione, potesse tradirmi come tutto intorno a me.
Sono in trappola. Adesso tutti gli altri vedono il mio corpo e nient’altro. Se quello che vedo allo specchio non sono io, io chi sono? Se loro non mi vedono, dove sono? Sono ancora qui? Sono ancora vivo? Forse ho dimenticato la sensazione di come si vive davvero. Sono stanco, l’attesa mi sfianca.
Vattene dalla mia vita una volta per tutte, senza voltarti, senza rimorsi, senza niente. Portati via il mio nome, che è il marchio di una società che non mi vuole. Non voglio più vivere così. Non voglio più provare niente di tutto ciò. Non voglio più vedere né sentire niente. Voglio essere niente ed esserlo per sempre.
Passerà mai tutto questo? (silenzio) Questo è il dilemma che mi esce dalle labbra come un urlo e squarcia tutto ciò che trova. Ma il silenzio che ricevo come risposta è l’unica cosa che non riesco ad infrangere; un silenzio che sembra urlarmi un’unica risposta possibile: mai.
Se questo hai voluto per me, Dio, così come Romeo, farò scadere il termine di una vita disprezzata, chiusa nel mio petto, con una condanna di morte prematura.
[Nik esce di scena]
Atto III
Scena I
(di Irene Filippetti)
All’interno del teatro
[Gli attori sono riuniti nel palcoscenico.
Hanno scoperto da poco della morte di Nik e hanno deciso di barricarsi all’interno del teatro.
C’è un gran trambusto, anche nel pubblico che non comprende bene la situazione.
Alcuni attori si radunano attorno al cadavere]
(ATTORE) GIULIETTA
“Oh mai si vide giorno così nero come questo”, diceva il giusto la nutrice, in scena poco fa! Ma questa è la realtà, il copione è strappato, i Montecchi non sono altro che finzione… E Nik è morto davvero. Così il sole si è spento ad Oriente. La vita ci ha tradito proprio dove noi la accogliamo più generosamente! Maledetto questo teatro che ha bevuto tutti i miei sudori, e adesso mi prosciuga anche delle lacrime.
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
Vedo il suo corpo, lo tasto e lo sento ancora tiepido, ma la smorfia del suo volto non mi illude. È morto davvero! Com’è possibile? Forse un malore?
(ATTORE) PRINCIPE
Ma quale malore! Le emozioni fanno traballare il tuo senno. È stato il regista, ora lo capisco! Cos’altro potrebbe essere successo? Quel diavolo travestito da uomo, lui sì che è un bravo attore! (guardandosi spasmodicamente attorno) Dov’è? Dov’è? Che si faccia vedere, gli caccerò fuori le budella!
[Nel frattempo il regista si è nascosto nel pubblico, temendo le conseguenze dell’accusa]
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
(meditabondo) Il regista… Hai ragione. Come può essere stato un incidente o un affanno letale? Nik era sano e vitale fino a un momento prima. È stato il regista! Ha architettato ogni cosa! Ha aspettato il momento propizio e ha commesso la follia, proprio davanti ai nostri occhi, con qualche stratagemma…
(ATTORE) PARIDE
Mi sento svenire, mille e più chiodi mi bucano l’anima. Nik, un tale fato crudele avrebbe dovuto scansare il tuo bel viso. Ma al fato piace giocare, è chiaro, altrimenti non esisterebbe l’universo. Se dall’aldilà mi puoi sentire, sappi soltanto che sarai vendicato.
TUTTI GLI ATTORI
(In coro, sussurrando) Sarai vendicato… Sarai vendicato…
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
E questo occhio di bue! Che qualcuno lo spenga! Non è grottesca la luce puntata su un corpo oramai buio? L’oblio se l’è preso. (con rabbia) Dov’è, piuttosto, il regista? Qualcuno l’ha visto? Dov’è quella bestia?!
REGISTA
(scomparendo e riapparendo nel pubblico) Mi accusate ingiustamente, sono sconvolto quanto voi! Non vedete com’è pallido il mio viso? Più di un sudario, più di quel morto.
(ATTORE) PRINCIPE
Come osi paragonare il tuo sangue vigile al sangue nobile che hai appena versato! Oh tu devi temere per la tua incolumità. (rincorrendolo alla cieca) Ti nascondi nel pubblico, sentiamo solo la tua voce. Vile voce di delitto! Fatti prendere! Criminale, assassino, omicida!
TUTTI GLI ATTORI
(in coro, urlando) Criminale, assassino, omicida!
(ATTORE) PRINCIPE
Il mormorio del pubblico nasconde il rumore dei suoi passi. Zitti, spettatori! Vi giudicherò complici, se non mi lasciate acciuffare questo diavolo, la causa di tutti i nostri mali! Ha ucciso un uomo che per noi era fratello, amante, confidente – merita la peggiore delle pene, merita lo stesso castigo che ha causato! “Minimo pagamento per un debito così grande”. Non riuscirai a domarci! A grandi falcate percorrerò tutto il teatro, sotto ogni poltrona andrò a cercarlo… Eppure, se tanto ama Shakespeare avrebbe dovuto prevedere questa vendetta.
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
La vendetta! L’ha messa in scena tante volte e ora si stupisce di vederla dal vero. Gli daremo una gran bella lezione… e un gran bello spettacolo shakesperiano.
REGISTA
Lasciatemi, lasciatemi!
(ATTORE) PARIDE
(inseguendo il regista) Questo diavolo ha le ali ai piedi! Mi sembra di vederlo qui; butto all’aria borse di madame, inciampo sugli ombrelli, scavalco le poltrone, e comunque non lo scorgo più, mi scivola dalle mani. Mi trovo, anziché lui, a scuotere signore e signori venuti a teatro tutti imbellettati. Loro hanno pagato per versare il numero preciso di una lacrima; non potevano sapere che la serata sarebbe finita in vera tragedia! Il regista scappa, ma non ci sfuggirà, le porte sono chiuse e da tutti i lati lo rincorriamo.
REGISTA
Lasciatemi, lasciatemi!
(ATTORE) MADONNA CAPULETI
Senti come grida, la sua codardia rimbomba da un capo all’altro del teatro. Ha voluto solo uomini sul palco e ora perde la virilità che tanto millanta? Non desiderava così ardentemente una prima pagina nei giornali? Domani la sua morte sarà la notizia più succulenta del Paese!
(ATTORE) PRINCIPE
(con in mano il pugnale oggetto di scena) Ah se questo pugnale fosse affilato! Ma il mio dolore è affilato abbastanza, fosse necessario gli ricambierò il favore a suon di morsi.
(ATTORE) PARIDE
Dici bene! Ora che ho visto il sangue di Nik, mi accorgo che ho sete di altro sangue – il sangue si sciacqua col sangue. Oh lo si potrebbe cannibalizzare davvero, il pubblico se ne andrebbe via di qui con un ricordo d’élite. Ma non è forse da tutta la vita che ci mangiamo a vicenda? Gli attori mangiano i personaggi che mangiano gli attori che mangiano il regista. Il regista ci ha già fatto a pezzi da macelleria – pezzi di carne in vendita, al modico prezzo di un biglietto.
REGISTA
Ma cosa dite, cannibali, pazzi e fanatici! Perché vi accanite? Parliamone con calma.
(ATTORE)PARIDE
E quanto ci ha maltrattati, per due spicci di fama! Ora mi fermo a pensare che forse già da un pezzo avremmo dovuto ammazzarlo. Giocare con le sue ossa, usarne la tibia come clava, fargli schizzare via il cervello: le fantasie di Giulietta nella cripta ora più che mai mi fanno gola.
REGISTA
State dando di matto, la Regina Mab vi ha posseduti.
(ATTORE) PARIDE
Pensa bene alle tue ultime parole! C’è una profezia nefasta sulla tua vita e una taglia sulla tua testa: quando hai ucciso Nik, avresti dovuto scavare una buca per due.
(ATTORE) PRINCIPE
(finalmente catturando il regista) Eccolo, ce l’ho tra le mani! Maledetto! Ora pagherai per la morte del nostro amico e per tutte le angherie che abbiamo sopportato! Sei dunque pronto a morire?
[Tutti gli attori si avventano sul regista. Mercuzio si fa avanti per interrompere lo sfogo di rabbia]
Atto III
Scena II
(di Emanuela Canale e Monica Portis)
Sul palcoscenico, dopo la morte di Nik
LEO
(urlando) SILENZIO!!!!!
Veramente siete così stupidi? Davvero non avete capito che ha fatto tutto da sola? Si è uccisa.
La travestita è morta e a me tocca dirvelo? Lo sapete benissimo che non era chi ci ha fatto credere di essere. La farsa di Nik per entrare in compagnia non poteva durare a lungo. Allora con quale coraggio strumentalizzate la sua morte per incolpare (nome del regista)? Quando siete stati voi i primi ad insultare la sua voce e le sue forme…
(realizza) Che cosa c’è in un nome? Quel che noi chiamiamo rosa, con un altro nome avrebbe un profumo altrettanto dolce. Così Nik voleva solo essere chi è sempre stato, svestito di quel nome e quel corpo che non era suo.
Il dolore che si porta dentro questa storia è troppo intenso. Spero vi arrivi come è arrivato a lui, spero soffriate, che vi si insinui dentro. Se Nik è morto, è colpa vostra. Lui si è ucciso, ma è colpa vostra. Credete davvero che si sia tolto la vita perché pensava di essere un mostro? Queste parole sono le vostre, e non le sue. Glielo avete detto voi. E lui ha accettato una cosa come la morte per spingere via questa vergogna. Lui ha deciso di affrontare la morte stessa per sfuggirla.
FALLIMENTO E DISGRAZIA A ENTRAMBI! (guardando il regista e la compagnia)
(indica il regista) Su di te, per l’ossesso che sei. Per aver fatto di tutto per farti odiare dalla tua compagnia. Il teatro non è tutto. Nella vita esistono cose più importanti di un’opera teatrale. Ma per te no. Tutto doveva essere perfetto, tutto doveva essere impeccabile, vero?
(indica gli attori) E su tutti voi, vili tanto quanto lui, che usate questa morte per punire ciò che più odiate. Ma forse dovreste odiare più voi stessi.
(a tutti) Vi meritate solo di fallire, perché fallire è ciò che avete fatto fino ad adesso.
(si muove verso l’uscita)
Attore che fa TEBALDO/PARIDE
Perché tu? Credi di essere stato meglio? Basta frignare Leo, stai parlando di nulla.
LEO
È vero, parlo di utopie, sto vaneggiando. E voi dimostrate ancora una volta di non capire un cazzo della situazione. Non sarà stata certo una battutina ad aver causato tutto questo casino. Nik è sempre stato un uomo e voi non l’avete mai visto come tale, forse neanche adesso. Ha tanto peso una cosa così semplice come il rispetto? Io mi rifiuto di perdere tempo e rischiare di assumermi colpe che non ho.
[Mercuzio lascia il teatro turbato, forse piangendo]
[Escono tutti, tranne Attore di Madonna Capuleti]
Atto II
Scena II.i
(di Lucia Rossi)
Sul proscenio
ATTORE DI MADONNA CAPULETI (solo in scena)
Mai nella mia carriera ho assistito a tale scena! Proprio nel momento in cui in tutti i nostri cuori stava germinando quel sentimento di pietà compatita, sono invece esplosi sgomento ed angoscia. Avremmo dovuto piangere l’amore negato, l’amore incompiuto…e invece piangiamo un cadavere. Ce la stiamo facendo sotto dalla paura, non è vero? Perché ora può capitare a noi e forse a voi (puntando il dito verso il pubblico reale): ci mutiamo tutti in personaggi così melodrammatici! Eppure non stiamo recitando nessuna parte, qualcuno è morto davvero, qualcuno è stato ucciso: è stata tolta vita a Nik così come è stata tolta vita a Romeo. E’ così facile fingere che ci dispiaccia quando tale nefandezza non ci tocca direttamente, se invece siamo noi i protagonisti, allora che tragedia! Voi non piangete tanto per la sua morte, quanto per quel vile, ancora vivo, che l’uccise. Morite dal terrore!
E Nik alla fine non era amico di nessuno, cosa ce ne importa se è morto? Vittime della paura, dell’egoismo per la nostra incolumità, non ci stiamo accorgendo di chi realmente sia stato sacrificato. Ahimè che giorno! È morto, è morto, è morto! Non era mio figlio, né mio nipote, ma mio fratello, perchè ogni persona di questa umanità lo è. E negli occhi di mio fratello ho visto l’oro luccicante, brillare come un fiume, in tutta la sua malleabilità. Nik così capace in parti così diverse, proprio come l’oro fuso colava nello stampo assegnatogli, assumendone la forma e riempiendolo di anima sua, dando vita a personaggi inscindibili dall’attore che li stava interpretando. Che allora forse noi tutti abbiamo conosciuto un ‘Nik’ che interpretava Nik? O giorno di sventura! Maledetto, fatale, sventurato, odioso giorno! Chissà se potremmo avere mai risposta a queste domande. Tutta questa finzione, tutto questo inganno, non ci hanno permesso di svelare la sua vera natura, di conoscere il suo cuore, ormai fattosi pietra. Desiderava tutt’altra rappresentazione, meritava tutt’altra considerazione. Del suo viso, della sua bravura, del suo animo nascosto e inesplorato, non ci rimarrà che un riflesso confuso, vagante sul palco dei nostri pensieri.
Questo l’epilogo del mio discorso: manca l’ouverture più importante, circa la vendetta. Chiedo giustizia, e noi, compagnia, dobbiamo farla!
Epilogo
(di Alessandro Amelio)
Sul Palcoscenico
[Gli attori già in scena, entra il coro]
CORO
Una cupa pace porta questo tragico accordo.
Il sole sarà costretto a mostrare il volto
Per elevavate almeno il tenue ricordo
Che mai riuscirà ad essere sepolto.
Mai ci fu storia più dolorosa
Di questa rammentata.
[Escono tutti]
Parte III
Perhaps, the quarrel ends
HUSBAND
No, no and no, absolutely not.
WIFE
Wait a damn minute, I was the first one to reject your idea, you got no right on doing this.
HUSBAND
Well, I guess we’re working on two different movies then.
WIFE
No, wrong. Cause we’re actually picking my idea, love. Take notes, I’ll talk.
HUSBAND
Oh dear! We’re arguing like two of Bianca’s suitors. Hear me out, what about a peaceful solution, a compromise? We put the two plots together…
WIFE
Hell no! you’ll ruin my masterpiece (/chef-d’oeuvre)
HUSBAND
And what am I supposed to say about it? My masterpiece won’t even see the light of the day. I’m only saying so, so that you’ll have more time for your bloody stroll.
WIFE
Um maybe, maybe not, who knows. What do you wanna do about it?
HUSBAND
You know what? Let’s make it more interesting. Whoever manages to get a producer for their own story will be the winner of this stupid quarrel.
Oh and, by the way, I took zero notes on yours, my bad.
WIFE
I’LL MURDER YOU!
Sipario